Con l’acquisizione della Fiat Panda donata dalla ONLUS Amici di Simone si completa la riorganizzazione e il potenziamento del servizio di cure palliative a disposizione dei 58mila cittadini del distretto sanitario della Media Valle del Tevere, che ha consentito raddoppiare il numero di accessi a casa dei pazienti nel primo semestre del 2018.
“Esprimo un forte ringraziamento alle associazioni che con il loro intervento ci hanno consentito di migliorare un servizio estremamente prezioso come le cure palliative. La donazione del nuovo automezzo – sottolinea Andrea Casciari Direttore della USL Umbria 1 – si inserisce in un percorso più ampio di riorganizzazione del servizio, in virtù del quale verrà garantita in maniera ancora più uniforme ed efficace l’assistenza ai numerosi malati del territorio, fornendo sostegno anche ai familiari. Idati di attività ci dicono che stiamo andando nella giusta direzione, dato che nel primo semestre 2018 siamo riusciti a prendere in carico 80 pazienti, un numero pari a quelli che sono stati seguiti nel corso di tutto il 2017”.
“Dallo scorso gennaio – ricorda Maria Donata Giamo Direttore del Distretto MVT – l’equipe delle Cure Palliative è stata integrata con un medico palliativista e un infermiere messi a disposizione gratuitamente dalla AUCC (Associazione Umbra per la Lotta contro il Cancro) per tutto l’anno in corso, in base ad un progetto sperimentale. Tali professionisti sono andati ad operare in sinergia con il medico palliativista e l’infermiere dipendenti della USL, già attivi sul territorio. È importante ricordare che l’equipe di Cure Palliative del distretto sanitario della Media Valle de Tevere, fornisce l’assistenza domiciliare a pazienti neoplastici terminali residenti nei comuni di Todi, Marsciano, Collazzone, Deruta, Fratta Todina, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, San Venanzo. Il territorio vasto e la bassa densità di popolazione determinano lunghi e frequenti spostamenti del personale dedicato, ma grazie all’incremento del personale dedicato e all’automezzo ricevuto in donazione, abbiamo ottenuto la piena autonomia della equipe e una risposta più adeguata alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie”.