Dall’1 al 4 giugno, a Genova si terrà l’undicesima edizione di Slow Fish, manifestazione organizzata da Slow Food e Regione Liguria, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Genova.
Quella della piccola pesca è una cultura, un sapere che rischia di scomparire nel giro di alcune generazioni e noi di Slow Food siamo convinti che senza i pescatori le nostre coste avranno perso anima e bellezza. È un messaggio forte quello che arriva dalla presentazione dell’undicesima edizione di Slow Fish, organizzata da Slow Food e Regione Liguria, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Genova. La manifestazione si terrà dall’1 al 4 giugno, nel lungo weekend legato alla festività del 2 giugno, e rappresenta un’occasione perfetta per conoscere il centro storico di Genova a partire dal suo cuore marinaro, il Porto Antico e Piazza Caricamento.
Tema di questa undicesima edizione è Coast to Coast, come racconta Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia: «Abbiamo voluto puntare sulla relazione tra esseri umani e natura. L’obiettivo è superare i confini amministrativi per occuparci della terra e della sua relazione con l’uomo, puntando quindi sugli ecosistemi. Tutto è connesso ed è una ricchezza da conoscere e preservare. A Slow Fish ci occupiamo ovviamente della costa, di quella linea che è luogo di scambio e incontro e che cambia in continuazione, per l’arrivo dei rifiuti dai fiumi, delle maree e degli uragani, dell’azione degli uomini e delle città. In qualunque parte del mondo ci si trovi, la nostra vita dipende dal mare, innanzitutto perché è il polmone blu, con il 50% dell’ossigeno generato grazie al plancton. E per capire meglio questo rapporto a Slow Fish nella prima conferenza in programma avremo Pierre Mollo, studioso francese che ha passato tutta la vita a convincere le istituzioni dell’importanza di proteggere il plancton e che dialogherà insieme al geologo Jacopo Pasotti e a Mariasole Bianco, che ci porterà le sue proposte per coniugare un’esistenza armonica tra la vita degli uomini e l’economia. Parleremo dell’acqua che manca, dalla cima delle montagne al delta del Po con la biologa che lavora per monitorarne il bacino, Anna Gavioli, e capire come sta cambiando. Insieme a lei Francesca Greco, geografa ed esperta di risorse idriche, e il climatologo Luca Mercalli. Parleremo di inquinamento, per quanto possibile in senso costruttivo dando voce a chi il mare lo ripulisce, dalla plastica innanzitutto. Ma anche a chi sta recuperando la posidonia spiaggiata trasformandola in energia, grazie alla testimonianza del sindaco di Pollica, Stefano Pisani. E infine parleremo delle città costiere, a partire dal loro rapporto con il mare, un rapporto che talvolta le città hanno dimenticato. Come Taranto, che ha puntato per anni su una monocultura industriale e che adesso sta cercando un riscatto a partire dal rapporto millenario con il mare. E poi daremo voce ai pescatori, protagonisti principali di una serie di eventi organizzati nella Slow Fish Arena: partiamo ovviamente dalla Liguria e dalle esperienze individuate con le associazioni della pesca liguri, ma racconteremo tutta l’Italia delle tecniche antiche, saperi e culture preziose senza dimenticare i pescatori d’acqua dolce».
A chiudere la presentazione, Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, che sottolinea alcuni dei valori che stanno connotando il percorso dell’associazione da un punto di vista politico e gastronomico: la difesa della grande ricchezza in termini di biodiversità, laddove la terra incontra il mare, l’unica che salverà l’umanità di fronte alle crisi ambientali e climatiche; i sistemi alimentari che per noi di Slow Food sono collegati ai diritti umani; acqua e mare che per noi sono beni comuni, risorse inalienabili da tutelare, risorse che devono essere di libertà più che di profitto; la bellezza, più etica che estetica, che rappresenta un orizzonte possibile per un percorso collettivo che insieme alla biodiversità ci può portare a un futuro migliore a partire dal cibo. E infine la rigenerazione delle città costiere, una rigenerazione diffusa che deve essere del pensiero prima di ogni altra cosa. L’acqua è di chi ha sete, la terra è di chi ha fame: per noi la rigenerazione dei sistemi costieri parte da qui».
Occasione unica per vivere il Porto Antico e le connessioni tra terra e mare, Slow Fish vuol dire innanzitutto imparare, grazie alle attività di educazione organizzate da Slow Food e Acquario di Genova con il supporto di UniCredit, ma anche approfondire le tematiche al centro dell’evento, con le Conferenze e i forum La parola ai pescatori nella Slow Fish Arena. Come sempre negli eventi Slow Food il piacere della degustazione si accompagna con il gusto della conoscenza grazie al programma di Laboratori del Gusto, ospitati nella Sala Reale Mutua dello stand Slow Food, e Aperitivi quotidiani in Arena. Immancabili l’area dedicata a Food Truck, Cucine di Strada e Birre Artigianali, l’Enoteca con oltre 300 etichette selezionate, il Mercato, che con le sue bancarelle e le collettive delle Regioni italiane espone il meglio dei prodotti della pesca e dell’agricoltura costiera e i Presìdi Slow Food che tutelano la ricchezza di biodiversità dell’ecosistema.
Slow Fish 2023 gode di un percorso di avvicinamento con due importanti eventi che saranno organizzati nel mese di maggio. Sabato 6 il primo assaggio in collaborazione con il Belmond Hotel di Portofino, mentre il Comune di Alassio ospita una due giorni il 13 e 14. Ecco qui in dettaglio il programma di Alassio.