Non si parla ancora della scoperta di una civiltà aliena più progredita della nostra ma i radioastronomi hanno rivelato un’anomalia nello spazio che merita di essere studiata più approfonditamente.
Un “forte segnale”, individuato da un radiotelescopio in Russia impegnato nella ricerca di forme di vita extraterrestri, ha scatenato l’attenzione della comunità scientifica “Nessuno sta affermando che questo segnale sia dovuto ad una civiltà extraterrestre, ma, vista la sua natura, merita comunque ulteriori studi”, ha dichiarato Paul Gilster, curatore del sito ‘Centauri Dreams’, che approfondisce lo studio del cosiddetto spazio profondo.
Il segnale proviene dalla stella HD164595 con una massa quasi identica a quella del nostro Sole a circa 95 anni luce della Terra in direzione della costellazione di Ercole. La stella (la cui età stimata è di 6,3 miliardi di anni, più vecchia dei 4,57 miliardi di anni della nostra stella) ha almeno un pianeta noto e potrebbe averne di più. “Studiando la forza del segnale i ricercatori affermano che proviene da un radiofaro isotropico la cui potenza sarebbe possibile solo se ci trovassimo di fronte ad una civiltà di tipo II sulla scala Kardashev (superiore alla nostra che è ferma ad un livello tra 0 e I)”, ha spiegato Gilster riferendosi alla scala di civilizzazione inventata dall’astronomo russo Nikolaj Kardashev e utilizzata dal programma Seti di ricerca di segnali di forme di vita intelligenti.
Il primo a dare la notizia della scoperta è stato un italiano, l’astronomo Claudio Maccone, torinese, che lavora proprio al progetto Seti, secondo il quale “è indispensabile un monitoraggio permanente della stella”.