Tempo di bilanci a Spoleto, dopo due settimane dense di spettacoli ed appuntamenti culturali. Incontriamo Federico Mattia Papi, direttore artistico della rassegna “Musica da Casa Menotti” per una valutazione sull’edizione appena conclusa, senza dimenticare il Maestro Menotti che, grazie al suo talento ed alla sua passione, ha permesso a Spoleto di diventare un punto di riferimento nella vita culturale italiana e non solo.
Dottor Papi, la rassegna si intitola “Musica da Casa Menotti”, vogliamo spiegare, per chi non lo sapesse, Casa Menotti cos’era e cos’è?
Certamente, Casa Menotti, come dice il nome, era la casa del Maestro Gian Carlo Menotti, che fu compositore e librettista italiano, e che fondò, nel 1958, il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nonostante non fosse umbro, scelse proprio Spoleto come luogo di elezione per dare vita ad una, allora originalissima, kermesse artistico-culturale, con l’intento di creare un ponte tra la cultura europea e quella americana.
Dopo la morte del Maestro, l’abitazione, che si affaccia sulla suggestiva Piazza Duomo, fu acquistata dalla Fondazione Monini, che ne fece un piccolo museo ed un centro di documentazione sul Festival dei Due Mondi. All’interno sono consultabili i materiali multimediali riguardanti tutte le edizioni del Festival, dal 1958 ad oggi.
Ci parli di “Musica da Casa Menotti”, sembrerebbe un evento quasi superfluo, all’interno di un contenitore culturale così vasto come il Festival.
Tutt’altro. Dal 2011 con piacere ho ricevuto l’incarico di direttore artistico della rassegna e, dopo un timido inizio, dovuto anche alla mia giovane età, è cresciuto costantemente. Possiamo vantare ora collaborazioni con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, l’Orléans Concours International, Concorso Giulio Rospigliosi e Tetracordo Jazz Summit.
Quest’anno la nostra offerta musicale si è articolata in ben 42 concerti, tutti eseguiti da musicisti di estremo talento.
Lo spirito con il quale organizziamo l’evento è innanzitutto di onorare la figura ed il ricordo del Maestro Menotti, perpetuando il suo messaggio. Il Maestro ha sempre tenuto a sottolineare l’importanza e la centralità della figura del musicista, non solo nell’ambito dello spettacolo, ma nella società. Per restituire tale ruolo agli esecutori organizzava concerti in piccoli spazi. In “Musica da Casa Menotti” i concerti hanno luogo proprio nel suo salotto, al suo pianoforte Steinway, per un pubblico di massimo 25/30 persone.
In questo modo viene annullata la distanza fisica che separa il musicista da chi ascolta.
Infatti, il Maestro Menotti ha sempre cercato di incoraggiare la comunicazione tra artista e pubblico, in modo da umanizzare il ruolo del musicista; trovava scoraggiante la distanza siderale che molte volte separa chi suona da chi ascolta. In questa ottica noi incoraggiamo gli esecutori ad illustrare i pezzi proposti fornendo il contesto storico, musicologico e, perché no, anche aneddoti, instaurando così un vero contatto diretto con il pubblico.
E la risposta del pubblico qual è stata?
Assolutamente entusiasta, ci incoraggia a proseguire su questa strada. Quest’anno, per la prima volta, sono stato affiancato dal consulente artistico Vito Venezia, che ha dato un ulteriore, importantissimo contributo alla riuscita dell’evento.
Gli appuntamenti di “Musica da Casa Menotti” sono incentrati solo su alcune tipologie musicali o spaziano in generi diversi?
“Musica da Casa Menotti” propone molti e differenti generi musicali. Quest’anno i concerti hanno spaziato dalla classica al flamenco, alla bossa nova al jazz. L’originalità di “Musica da Casa Menotti” non sta nella scelta di un determinato stile musicale, ma nel format intimo che permette una fruizione ottimale della musica da parte degli ascoltatori.
Permettimi, per concludere, di ringraziare la Fondazione Monini e la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto che ci hanno sostenuto e ci sostengono nella realizzazione del progetto.
Qualche piccola anticipazione riguardo la prossima edizione?
Sicuramente le idee non mancano, ma anticiparle mi sembra ancora decisamente prematuro! Invito il pubblico a continuare a seguirci con l’affetto che ha finora dimostrato e do a tutti appuntamento per l’edizione 2017, in concomitanza con il decennale della scomparsa del Maestro Menotti.
Benedetta Tintillini