di Giuseppe Manzo
L’intenso e commovente film intitolato “La teoria del tutto” racconta la vita dello scienziato di fama mondiale Stephen Hawking, scomparso un anno fa. Il film, che viene riproposto in tv in questi giorni, è tratto dal libro autobiografico “Verso l’infinito” pubblicato nel 2015. Autrice l’ex moglie di Hawking, Jane Wilde, 75 anni, che lo aveva sposato nel 1965 e gli era rimasta accanto per 25 anni, nonostante la grave malattia che aveva colpito l’astrofisico, sacrificando tutta se stessa e i suoi studi di letteratura medioevale.
Le due ore del film hanno inizio con un’ambientazione tipicamente inglese, anni sessanta, con il racconto della vita spensierata del giovane e brillante studente di Oxford Hawking, proveniente da una famiglia benestante e colta. Iscritto alla facoltà di fisica e matematica, si ammalò a soli ventuno anni di SLA, con una diagnosi senza speranze e una promessa di vita di soli due anni. La sua fidanzata lo sapeva ma volle sposarlo lo stesso, contro ogni previsione, donandogli con grande amore tre figli e le cure necessarie per permettergli di continuare a studiare e fare ricerca e regalandogli, probabilmente, molti anni di vita.
Infatti, nonostante le più nere previsioni dei medici, Hawking morì a 76 anni: un miracolo della ricerca medica, dell’assistenza amorevole di Jane e forse del suo attaccamento alla vita, motivato fortemente dagli obiettivi di ricerca sull’origine dell’universo e sul tempo, sui buchi neri e per finire sulla cosiddetta “teoria del tutto”. L’ipotesi di poter formulare una teoria fisica generale e unificata, in grado di comprendere tutto quanto presente nell’Universo. Lo sforzo di Hawking era teso, in particolare, ad unificare le due teorie fondamentali parziali attraverso cui viene descritto l’Universo: la teoria generale della relatività e la meccanica quantistica.
Tornando al film, dopo 25 anni di matrimonio, Jane e Stephen decisero dolorosamente di separarsi avendo trovato entrambi, in altri compagni, il sostegno per continuare piacevolmente la vita. Fu così che Hawking sposò nel 1995 la sua infermiera e assistente Elaine Mason, con la quale si era trasferito in California. Intanto, purtroppo, la sua malattia peggiorava progressivamente non impedendogli però di insegnare e continuare, con una squadra di validi assistenti, le sue ricerche che lo hanno reso famoso in tutto il mondo e premiato con altissime onorificenze. Tra queste, purtroppo, non ci fu il premio Nobel, nonostante la fama dello scienziato e l’impatto delle sue ricerche sulla fisica teorica.
Il professor Stephen Hawking è stato magistralmente interpretato, nel film del 2014 di James Marsh, dall’attore e modello britannico Eddie Redmayne, interpretazione che gli valse nel 2015 il premio Oscar, un Bafta e un Golden Globe. Il ruolo della prima moglie è stato altrettanto magnificamente interpretato dall’attrice britannica Felicity Jones, candidata per questo ruolo all’Oscar e ad altri importanti riconoscimenti.
Alla lavorazione del film presero parte non solo Jane Wilde, autrice del libro dal quale “La Teoria del tutto” è tratto, ma anche lo stesso Hawking, presenze che assicurarono una fedele ed equilibrata interpretazione dei fatti della vita del grande astrofisico. Una vita che fu così difficile e altrettanto meravigliosa. Un bellissimo film autobiografico, da ritrovare per chi non lo avesse ancora visto, che ci lascia nel cuore una verità non scontata: la realtà a volte può essere più bella dell’immaginazione.