L’Umbria è una terra che ha dato i natali a figure religiose di grande rilievo, come san Francesco d’Assisi, santa Chiara e san Benedetto da Norcia. Le storie e i luoghi di questa regione hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo della fede, un tema centrale nei due volumi che compongono “Storia del cristianesimo in Umbria“.
Questa vasta opera è frutto del lavoro di numerosi storici, tra cui Andrea Riccardi, sotto la guida dei curatori Andrea Possieri, Andrea Maiarelli e Pierantonio Piatti. Il testo ha ricevuto il patrocinio del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e della Conferenza Episcopale dell’Umbria, conferendogli un prestigio istituzionale.
Il professore di storia contemporanea all’Università di Perugia, Andrea Possieri, sottolinea in un’intervista che il valore di questo libro risiede nella sua capacità di unire la storia ecclesiastica, religiosa e culturale di una regione con diocesi antichissime. L’opera è stata concepita per un pubblico ampio, non solo per specialisti, e l’idea originaria risale a più di vent’anni fa, proposta da monsignor Giuseppe Chiaretti, all’epoca arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Tuttavia, l’idea era già presente tra gli intellettuali cattolici da circa un secolo.
Il libro offre una ricostruzione unica della storia della fede in questa regione, caratterizzata da boschi e piccoli centri urbani. La morfologia del territorio e la storia si intrecciano con lo sviluppo delle comunità cristiane locali. San Francesco è un emblema indiscusso di questa fede, e Possieri annuncia un grande convegno a ottobre intitolato “Pensare Francesco, storia, memoria e uso politico”.
San Francesco ha lasciato un’eredità spirituale potente con il concetto di “santa povertà”, che ha un significato essenzialmente spirituale. Ha anche lasciato un esercito di migliaia di frati che hanno evangelizzato l’Umbria, rendendola ricca di luoghi francescani, simboli di fede, spiritualità e socialità. Questa presenza ha influenzato non solo la vita religiosa, ma anche quella culturale e artistica della regione.
Un altro aspetto fondamentale per comprendere la storia cristiana dell’Umbria è rappresentato dalle “pievi”, piccole chiese e fonti battesimali disseminate nelle campagne. La regione è caratterizzata da numerosi piccoli centri urbani, spesso circondati da mura e situati in un contesto geografico complesso, diviso in due dal fiume Tevere. Il cristianesimo e i santi umbri si sono diffusi attraverso queste pievi, rappresentando la fede delle campagne, dei semplici e della pietà popolare.
Nella storia più recente, si ricorda la figura di Gioacchino Pecci, futuro papa Leone XIII, che fu vescovo di Perugia per oltre trent’anni e un forte oppositore della massoneria. Possieri si concentra anche sulla Prima Guerra Mondiale, periodo in cui i cattolici si sono riconciliati con l’idea di patria, un cambiamento significativo che ha caratterizzato il mondo cattolico italiano da allora in poi. Durante questo periodo, sono nate numerose iniziative caritatevoli, come quelle delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore a Città di Castello.
Il libro non tratta degli ultimi quarant’anni di storia del cristianesimo in Umbria, non includendo quindi le nuove realtà ecclesiali nate dopo il Concilio Vaticano II. Questo è dovuto a esigenze editoriali che hanno richiesto la conclusione dell’opera in circa otto anni.
Infine, l’opera sottolinea l’importanza dell’incontro del 1986 ad Assisi, dove il Papa e altri rappresentanti religiosi si riunirono per pregare per la pace, trasformando Assisi in un luogo di incontro interreligioso. La pace è una caratteristica fondamentale del cristianesimo umbro e influenza anche il rapporto con il mondo laico, facendo di Assisi un simbolo universale di dialogo e armonia.