Confermata la sentenza della Corte di Appello e il risarcimento di 10 mila euro da parte della Distilleria De Lorenzo per danni morali a Legambiente
Una vicenda giudiziaria lunga quasi 10 anni, da quando a luglio del 2008 alle prime luci dell’alba le sponde del tratto del Tevere all’altezza di Ponte San Giovanni si presentarono disseminate di pesci morti, dalle grosse carpe ai cavedani e poi barbi, lasche, sino alle minuscole alborelle. Interessato dall’ecatombe di pesci il tratto di fiume che va dallo sbarramento della centralina per la produzione di energia elettrica a risalire sino a circa 500 metri a monte del ponte della ferrovia, per un totale di circa un chilometro di asta fluviale.
L’Arpa Umbria e il Nucleo Ecologico dei Carabinieri a seguito delle loro indagini individuarono le cause: uno scarico incontrollato proveniente dalla Distilleria Di Lorenzo che ha causato un abbassamento repentino dell’ossigeno disciolto nell’acqua al di sotto della soglia minima di sopravvivenza in una situazione molto fragile di carenza idrica.
Nel 2015, a distanza di 7 anni, la proprietà della Distilleria Di Lorenzo è stata condannata a quattro mesi di reclusione, oltre le spese processuali e al risarcimento del danno alla parte civile. La pena viene sospesa a condizione che risarcisca Legambiente, che si è costituita parte civile, entro 120 giorni dal passaggio in giudicato. La proprietà della Distilleria De Lorenzo non ne vuole sapere di compensare il danno morale e si rivolge in Cassazione, che però conferma la condanna della Corte d’Appello con la sentenza.
“La Cassazione – dichiara l’avvocato Emma Contarini del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Umbria, che ha seguito la costituzione di parte civile dell’associazione ambientalista – conferma il riconoscimento del danno morale, l’auspicio è che serva da monito per chi inquina senza nessuna remora e pensa di poterla fare sempre franca, trincerandosi dietro posti di lavoro e sviluppo economico del territorio. L’ambiente, le risorse naturali, la salute dei cittadini e i diritti generali e diffusi non possono e non devono mai essere barattati. Sbaglia sempre chi contrappone lo sviluppo alla salvaguardia ambientale. Speriamo che la sentenza serva anche per tenere alta l’attenzione sulla salvaguardia delle acque e per rafforzare la difesa degli ecosistemi del fiume Tevere. Questa sentenza restituisce anche speranza a chi, cittadini e associazioni ambientaliste, da anni si battono per migliorare la qualità del territorio e del Tevere”.
Un capitolo purtroppo però ancora non definitivamente chiuso quello della Distilleria Di Lorenzo e della strage dei pesci, infatti ancora pendono sulla testa di tre cittadini, tra cui Anna Rita Guarducci, la ex presidente del Circolo Legambiente di Perugia, due richieste di risarcimento danni per diffamazione del valore di quasi 4 milioni di euro, una in fase conclusiva dinanzi al Giudice Civile Dott.ssa De Santis e l’altra rigettata dalla sentenza di primo grado e rispetto alla quale la Distilleria si è appellata ottenendo una parziale sospensione del pagamento delle cospicue spese legali a cui è stata condannata.