La variabile tempo è determinante nel trattamento dell’ictus ischemico, per questo il team della Stroke unit dell’ospedale di Terni, l’unità di terapia sub-intensiva dedicata all’ictus cerebrale che opera nell’ambito della struttura di Neurologia diretta dal dottor Carlo Colosimo, per il 2020 si è posta l’obiettivo di ottimizzare tutto il percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale dell’ictus tramite il coordinamento con la rete territoriale nella fase pre-ospedaliera. Accorciare le tempistiche anche nella fase del trasporto in ospedale significa, infatti, ridurre le complicanze e gli esiti clinici, poiché nelle primissime ore dall’insorgenza dell’ischemia è possibile sottoporre il paziente a trattamenti in grado di riattivare il flusso ematico nell’area encefalica in sofferenza, in modo da ripristinare una normale funzione e permettere, quindi, il recupero clinico del paziente.
In particolare, presso l’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, da alcuni anni è attivo un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) nato dalla collaborazione multidisciplinare di neurologi, medici dell’emergenza, neuroradiologi, radiologi interventisti, fisiatri, neurochirurghi e medici di laboratorio, che permette al paziente giunto in ospedale per un ictus ischemico di essere candidato al trattamento combinato di trombolisi endovenosa e trombectomia meccanica intra-arteriosa che è strettamente tempo-dipendente. E’ quindi necessario che la fase pre-ospedaliera (trasporto in ospedale) e la fase diagnostica della fase acuta (clinica, laboratoristica e strumentale) si svolgano in maniera coordinata affinché il paziente possa essere trattato nel minor tempo possibile. La trombolisi endovenosa è praticata dal neurologo in Stroke Unit o già in Pronto Soccorso, mentre la trombectomia meccanica viene effettuata in sala angiografica dall’equipe dei radiologi interventisti, attivi 24 ore su 24 con reperibilità notturna e festiva.
“Nel 2018 e 2019 – spiega il dottor Franco Costantini, dirigente neurologo all’ospedale di Terni – il numero di persone trattate con le terapie della fase acuta è cresciuto esponenzialmente, superando nel biennio la quota di 120. Il protocollo ha inoltre consentito di ottimizzare le tempistiche delle varie procedure, raggiungendo l’obiettivo di contenere il tempo dall’arrivo in Pronto Soccorso alla trombolisi (door-to-needle) e alla trombectomia meccanica (door-to-groin) entro 60 minuti, con casi di terapia endovenosa a 20 minuti e terapia endovascolare a 40 minuti”.
“Il trattamento combinato – prosegue il dottor Costantini – ha permesso un significativo miglioramento in oltre l’80% dei pazienti, riducendo il tasso di mortalità, le complicanze e la disabilità residua. In particolare, nelle ultime settimane del 2019 sono stati trattati in tempi molto brevi tre pazienti colpiti da occlusione dell’arteria basilare, gravissima emergenza clinica che può portare alla decesso in pochissimo tempo”.
La Stroke unit di Terni è dotata di sei posti letto con monitoraggio continuo dei parametri vitali e assistenza super-specialistica su più versanti: medico, infermieristico e tecnico-riabilitativo.