Le Città del tartufo si sono strette attorno a Norcia, e proprio dalla città di san Benedetto, domenica 26 febbraio, hanno fatto il punto sullo stato dell’arte del processo di richiesta di candidatura di ‘Conoscenze e pratiche della Cultura del tartufo’ come bene immateriale patrimonio dell’umanità, avviato verso l’Unesco dall’Associazione nazionale che le rappresenta.
Circa 30 dei 54 associati di questa realtà erano presenti all’assemblea straordinaria organizzata durante Nero Norcia (la mostra mercato locale dedicata al tartufo nero pregiato), da Alba, nord ovest d’Italia, a Saracena, cittadina calabrese della provincia di Cosenza tra le ultime entrate in associazione. Tutti lì in segno di solidarietà verso le zone terremotate e le città associate di Norcia, Cascia e Amandola duramente colpite, per consegnare i fondi raccolti da parte di alcuni soci e condividere questo processo di candidatura. A testimoniare l’importanza del momento anche la presenza di Elena Sinibaldi e Stefania Baldinotti dell’ufficio Unesco del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo che stanno seguendo il dossier di candidatura e che insieme al direttore dell’Associazione nazionale Città del tartufo Antonella Brancadoro ne costituiscono il coordinamento tecnico-scientifico.
“Ci è sembrato utile e doveroso stare vicino ai nostri amici colpiti dal sisma – ha commentato Michele Boscagli, presidente dell’Anct – e da qui abbiamo voluto dare ancor più forza a questo progetto di candidatura. Sarebbe un punto importante anche di ripartenza per realtà come questa che potrebbero concretamente fregiarsi del raggiungimento di un obiettivo significativo”. “Abbiamo avviato un processo profondo di conoscenza interna – ha spiegato Brancadoro –, iniziato nel 1996 quando abbiamo cercato di tracciare una strada del tartufo e di riscoprire un’identità. Così abbiamo saputo valorizzare quello che ci unisce e fare tesoro delle differenze. Anni dopo, abbiamo analizzato questo patrimonio con il Mibact e dobbiamo far sì che diventi condiviso all’interno della nostra comunità attraverso il continuo approfondimento e la diffusione di pratiche e conoscenze”.
“La nostra presenza qui – ha sottolineato Sinibaldi – è importante per testimoniare il percorso intrapreso dall’Anct, rappresentativo per tutte le realtà coinvolte. Il processo è stato portato avanti con grande motivazione, cura e attenzione soprattutto rispetto alle linee tecniche dell’Unesco. Oggi cerchiamo di restituire tutto questo alla cittadinanza di Norcia e agli associati. È anche un modo per incoraggiare una crescita di consapevolezza tra gli associati rispetto ai principi della Convenzione Unesco e a quello che può significare tutto questo per l’Italia stessa”. “Il percorso è iniziato tempo fa – ha aggiunto Baldinotti – ma non aveva gli occhiali giusti. Guardavamo al prodotto ma non a tutta quella serie di attività, saperi e credenze che sta intorno. Quando abbiamo iniziato a guardare il progetto nell’ottica che indica l’Unesco è diventato grande. Ci siamo resi conto che molte delle cose che l’Unesco chiede questa realtà le ha e le fa bene. C’è il passaggio generazionale, l’attività come rete e con le scuole, il legame con la cultura alta e i rituali. Adesso siamo arrivati al dossier completo. Bellissimo, di qualità eccellente. Ma questo non significa obbligatoriamente che arriverà a Parigi. Mi auguro che la candidatura sia iscritta nella lista rappresentativa 2018 ma anche se questo non accadesse spero che il processo di consapevolezza, di salvaguardia e condivisione iniziato non si fermi.” “È veramente una giornata particolare – ha concluso il sindaco di Norcia Nicola Alemanno –, ricchissima di spunti, sensazioni positive e calore. La presenza, qui, di tante città del tartufo la dice lunga sul sentimento di solidarietà delle realtà che si riconoscono in questo sodalizio da moltissimi anni. Il fatto che l’associazione abbia raccolto la sfida di rilanciare da Norcia questo progetto, che può risultare come un’opportunità per tutte le nostre città, è per noi motivo di grande orgoglio”.