Sei gli spettacoli che compongono la nuova stagione di prosa del teatro Consortium di Massa Martana, promossa da Magazzini Artistici con la direzione artistica di Francesco Verdinelli e Germano Rubbi in collaborazione con l’amministrazione comunale, che, in questo 2024, prenderanno il via da domenica 21 gennaio fino al prossimo 14 dicembre.
A presentare la stagione lo scorso 18 gennaio alla sala Pagliacci di palazzo della Provincia di Perugia, il sindaco di Massa Martana Francesco Federici e il direttore artistico Germano Rubbi e Francesco Verdinelli (Magazzini Artistici).
«La stagione in partenza – ha detto il primo cittadino Federici – è motivo di soddisfazione e orgoglio per noi. Il teatro costituisce un bene prezioso ed è per noi sinonimo di “casa”, nella quale socializzare e condividere emozioni. Il nostro ringraziamento va a Germano Rubbi e Francesco Verdinelli per il cartellone di qualità. Due persone di grande esperienza che hanno idee, per quanto riguarda la cultura e il teatro, che viaggiano in parallelo con le nostre».
Il teatro è un’arte insostituibile e la passione dei due direttori artistici è evidente: «È un lavoro che amiamo fare – le parole di Verdinelli – e siamo felici di condividerli con questa amministrazione comunale che è tra le più attente che abbiamo mai incontrato. Questa stagione è la prima pietra di un percorso che, ci auguriamo, da ora, possa solo che crescere».
A Germano Rubbi il compito di illustrare l’intero cartellone «composto da eventi di vario genere per accontentare tutti i gusti del pubblico e che spazierà anche nella musica e nella letteratura con protagonisti di grande valore artistico».
Gli spettacoli
Il 24 febbraio sarà la volta di “Il profeta scorretto Giorgio Gaber” di e con Riccardo Leonelli e con Emanuele Cordeschi, Lorenzo D’Amario ed Emanuele Grigioni.
Nel 2003 se ne andava Giorgio Gaber lasciando un vuoto incolmabile nel mondo musicale e teatrale italiano, già da tempo avviato sul binario morto del conformismo artistico. La poetica di Gaber, inizialmente confinata entro le rigide regole della tv degli anni ‘60 e ‘70, poi sempre più libera e prorompente, è stata un faro per diverse generazioni in Italia. I suoi monologhi e le sue canzoni si sono distinti per un carattere unico e irripetibile. E se Gaber oggi tornasse fra noi? Avrebbe la libertà di allora o sarebbe imbrigliato nelle maglie del conformismo culturale, ricevendo post e cinguettii con accuse di intolleranza, razzismo e (addirittura) fascismo?
Lo spettacolo immagina un Giorgio Gaber redivivo catapultato ai nostri giorni, che intraprende un dialogo originale, sarcastico e divertente con un suo ipotetico alter ego, ripercorrendo insieme alcuni fra i pezzi più dirompenti della sua carriera.
Il 17 marzo spazio a “Roma Napoli andata e ritorno” con Antonello Fassari, Gino Auriuso e Sandro Scapicchio.
Metti un musicista e due attori con il vernacolo nel sangue, due mondi diversi e paralleli come il teatro romano e quello napoletano; l’avanspettacolo e il varietà ne nasce uno spettacolo unico e coinvolgente. Antonello Fassari e Gino Auriuso interpretano il repertorio di Viviani, Fabrizi, Taranto, Pasolini; sonetti di Trilussa, E. De Filippo, G.G. Belli, S. Di Giacomo. I due interpreti si fondono in un incontro teatrale dove le migliori sfumature della romanità e la coinvolgente energia partenopea la fanno da padrone dando vita ad uno spettacolo in parte cantato, in parte reading, in parte recitato.
I tre artisti si fondono in un incontro dove le migliori sfumature della romanità e la coinvolgente energia partenopea la fanno da padrone dando vita a una dirompente comicità tipica del repertorio dei due attori in scena, accompagnata dalla musica dal vivo.
Il 21 aprile alle 17.30 a salire sul palco sarà “B-Sides… (Inoltre)” scritto e diretto da Germano Rubbi, anche in scena con Diletta Masetti, Matteo Bianchi, Fabrizio Bordigon.
Molte delle opere di William Shakespeare prendono vita e si sviluppano all’interno di castelli, torri ed edifici ad alto contenuto emotivo e simbolico: una sorta di prigioni in cui racchiudere le più terribili passioni umane che il grande poeta drammaturgo sapeva indagare come nessun altro mai prima e dopo di lui. Queste torri e castelli rappresentano inequivocabilmente la solitudine dei protagonisti che vi risiedono. B- sides, letteralmente: “inoltre”, ma anche “lato B, oscuro” delle persone, è un’operazione drammaturgica in grado di accostare a frammenti delle più celebri tragedie shakespeariane temi come femminicidio (Otello), violenza psicologica (Amleto), sottomissione di genere (Re Lear).
Temi di grave urgenza contemporanea da porre instancabilmente sotto i riflettori dell’arte. “B-sides” inchioda lo spettatore alla poltrona rivelandogli la vera natura dei tre personaggi e, di conseguenza, la vera natura e le debolezze dell’uomo.
Dopo una pausa estiva, la stagione riprenderà il 9 novembre alle 21.15 con “Agamennone” di Ghiammis Ritsos, progetto e regia di Alessandro Machia, con Andrea Tidona, Carolina Vecchia e Alessandra Fallucchi (voice over).
Nella versione di Ritsos, il re di Micene, potente despota omerico a capo della spedizione contro Troia, è un uomo vecchio, giunto finalmente a casa dopo una lunga estenuante guerra e capace di un solo ultimo atto di valore: una confessione della propria versione della storia alla moglie Clitemnestra. Come se Cassandra lo avesse già informato della sua morte imminente, Agamennone ricompone i passi di un cammino durato dieci anni, non per evitare il proprio destino ma per testimoniare le poche reali vittorie che è riuscito a compiere su se stesso, prima fra tutte la lucida visione della propria vanità.
Se in Eschilo non si vede mai cosa accade all’interno del palazzo, Ritsos invece ci porta all’interno del palazzo dove Agamennone racconterà la sua storia, quella di un uomo sensibile, fragilissimo, trasformato dalla guerra in cui ha visto e ha fatto tutto, una figura quasi sacralizzata dalla consapevolezza degli errori e dell’insensatezza umana, in grado di accorgersi addirittura delle piccole fatiche di una formica e di rivedervi tragicamente, le proprie.
Infine, a chiudere il sipario sulla stagione, il 14 dicembre alle 21.15 sarà “I buoni, i brutti, i cattivi” diretto e interpretato da Edoardo Siravo e Silvia Siravo, musiche dal vivo di Davide Cavuti.
Per fortuna ancora si recita Shakespeare. E quanti monologhi provati ed interpretati negli anni in tante vere e proprie imprese teatrali! Da qui nasce la volontà di presentarli in una sorta di galleria, nasce l’idea di guardare con una lente di ingrandimento i personaggi “buoni, brutti e cattivi” del variegato mondo shakespeariano.
Il Bardo è infatti riuscito, attraverso l’invenzione drammaturgica, a rappresentare il mondo e le vicissitudini dell’esistenza, a raccontare come nessuno i tanti diversi tipi umani. Il male e l’oscuro, l’aspirazione al potere e il conseguente tumulto delle passioni, il sacrificio dell’innocenza più assoluta, la cattiveria più infernale, il dramma, il ridicolo e il grottesco. Ma anche il bene, l’amore, le speranze e le passioni più nobili, tutto l’informe universo umano si ritrova narrato nelle sue opere e si alterna, si fonde e si lega indissolubilmente nel tragico e nel comico in una conturbante promiscuità. La scelta dei brani di questo omaggio a William Shakespeare, rifletterà il paradigma della vita e del sogno attraverso i drammi e le commedie, ma anche attraverso alcuni mirabili sonetti, immortali anch’essi come il suo immenso teatro.