E così i teatri non riapriranno, almeno fino a dopo Pasqua. Edoardo Brenci, presidente della Società del Teatro della Concordia A.P.S., lo aveva in qualche modo preannunciato durante una recente intervista, rispondendo alle domande della giornalista Rosaria Parrilla. Edoardo aveva accolto con scetticismo, o meglio con estremo realismo, l’annuncio del ministro della Cultura, che aveva garantito la riapertura dei grandi teatri, certo, perché con tutte le restrizioni e protocolli da seguire è praticamente impossibile pensare di programmare spettacoli e produzioni teatrali.
E dei posti vuoti chi se ne occuperebbe? Il presidente ha spiegato che nel caso del Teatro della Concordia, possono trovare posto 8 persone in platea sui 99 totali, poiché non è consentito l’accesso ai palchetti che sono prospicenti ad essa. Nel corso degli anni l’associazione che gestisce questo inestimabile gioiello architettonico ha saputo tenere i prezzi popolari, perché a teatro potessero accedere tutti, e il pubblico ha saputo rispondere sempre presente, potendo godere di spettacoli, dal teatro d’autore, alla musica, all’esordio di giovani artisti, che valeva ben oltre il prezzo del biglietto.
Lodevole l’iniziativa “Accendiamo la luce nei teatri” a cui anche il Teatro della Concordia ha partecipato proprio con Edoardo Brenci e il Sindaco Daniela Brugnossi, perché il Teatro è di proprietà comunale, oltre che un bene del patrimonio storico e culturale italiano. Molti altri teatri umbri hanno aderito a questa iniziativa con contributi interessanti, senza volare troppo alto, ribadendo l’impossibilità di riaprire seguendo strettamente i protocolli.
La Società del Teatro della Concordia non riceve contributi statali di sostegno. Per la sua sostenibilità la Società del Teatro della Concordia può partecipare ai bandi per sviluppare attività, può contare sulle erogazioni dei visitatori di un Teatro storico utilizzato come teatro-museo, può contare sul 5xmille che solo pochi appassionati scelgono per la cultura. E non da ultimo può contare sul volontariato, mosso dalla passione, che ci auguriamo – soggiunge Brenci – che non perdano la speranza di tornare prestissimo nel “loro” Teatro.
Grazie ad una gestione oculata del buon padre di famiglia è stato possibile garantire l’impiego di due collaborazioni di lavoro dipendente a contratto ridotto, ma ben presto i fondi non saranno più sufficienti. Dispiace anche tenere in stand by numerose richieste che provengono dagli artisti. Per risolvere il problema non basterebbe neppure riaprire solo per coloro che sono in possesso di un certificato di vaccinazione. A proposito di questo, l’augurio è che ci sia da parte di tutti il rispetto delle regole, proteggiamoci per proteggere, per riappropriarci di una buona salute e di una buona cultura!
Simone Mazzi