Francesco Vezzoli: Teatro Romano
In mostra 26 ottobre 2014-8 marzo 2015
Sulla base di ricerche approfondite circa l’uso del colore nell’antichità, l’artista italiano Francesco Vezzoli (nato nel 1971) ha collaborato con un team di archeologi, restauratori e specialisti policromi nella realizzazione di cinque busti antichi romani, dipingendoli nel modo in cui furono realizzati in origine.
Vezzoli utilizza diversi mezzi espressivi, tra i quali il curioso uso dell’uncinetto, con cui ricama lacrime d’oro o color sangue su centrini raffiguranti le sue icone popolari cinematografiche più amate. Ma la parte più importante della sua produzione rientra nella Videoarte, queste sue opere sono spesso veri e propri cortometraggi o fantomatiche produzioni televisive, come puntate pilota di programmi televisivi che non andranno mai in onda.
Indagatore dei miti della cultura popolare, nelle sue opere sono spesso presenti “icone Pop” o “Star” del piccolo e grande schermo, frequentemente coinvolte nei vari progetti utilizzando bizzarri escamotage.[9] Il suo obbiettivo dice è quello di “decostruire lo strumento della promozione. Vorrei che il mio lavoro fosse lo specchio dell’effimero mediatico”[9] Leit-motiv dei suoi lavori è un mix di cultura cinematografica alta e di trash televisivo
Mentre il marmo bianco rimane il materiale per eccellenza della statuaria antica greca e romana, una vasta ricerca ha confermato che l’antica scultura era dipinta con una tavolozza vivida di gialli, blu, rossi e verdi.
Risalenti al primo e secondo secolo d.C., i busti imperiali romani di Vezzoli ripristinano all’immaginazione contemporanea le superfici decorate ormai via via sbiaditesi da duemila anni a questa parte.
Fonte: http://momaps1.org