Arrivano i robot capaci di riparasi da soli: imitano la capacità di auto-curarsi degli animali rimettendosi in sesto in meno di due munti. Quello realizzato da Jean-Baptiste Mouret della sorbona di Parigi è un passo in avanti decisivo per l’uso dei robot nel “mondo reale” come le situazioni di emergenza, nelle quali un guasto potrebbe compromettere il salvataggio di vite umane o la messa in sicurezza di una centrale nucleare.
La nuova tecnica, in copertina sull’ultimo numero di “Naure“, permette a robot di vario tipo, bracci meccanici o “ragni”, di tornare rapidamente a funzionare in modo corretto anche dopo la rottura di alcune componenti.
Nonostante tali macchine siano diventate strumenti sempre più “intelligenti”, quando si trovano però davanti a situazioni impreviste il loro funzionamento incontra enormi difficoltà, tanto da renderli quasi inservibili.
Per colmare questo problema i ricercatori francesi hanno messo a punto un nuovo algoritmo intelligente, basato su uno schema “prova e valuta”, che consente ai robot di adattarsi in appena 2 minuti a eventuali danni strutturali subìti. Per mettere alla prova questo sistema i ricercatori hanno utilizzato dei robot a sei zampe a cui hanno rotto i giunti in 14 modi diversi, nonostante avessero zampe rotte o mancanti i robot hanno identificato rapidamente una strategia per continuare a camminare e completare con successo il percorso previsto.
Si tratta di un traguardo importante nel settore della robotica perché apre le porte alla possibilità di sviluppare robot capaci, grazie a questo “intuito”, di adattarsi anche a una vasta serie di situazioni impreviste ma sempre possibili in situazioni di emergenza.