L’Amministrazione comunale di Todi ha aderito al progetto “Free life – Fuori dal Rischio Emarginazione ed Esclusione – Liberi Insieme Favorendo l’Emersione”, attraverso il quale la Regione dell’Umbria darà attuazione al primo Piano d’azione nazionale contro la tratta ed il grave sfruttamento di esseri umani adottato dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri a febbraio 2016.
Obiettivo del piano è definire strategie pluriennali di intervento per la prevenzione ed il contrasto al fenomeno della tratta e dello sfruttamento degli esseri umani oltre ad azioni finalizzate alla sensibilizzazione, alla prevenzione sociale, all’emersione ed all’integrazione sociale delle vittime.
Destinatari del progetto sono gli stranieri ed i cittadini italiani vittime dei reati previsti dagli articoli 600 e 601 del codice penale (riduzione in schiavitù o in servitù e tratta di persone), che hanno come presupposto la condizione di vulnerabilità di chi subisce i soprusi o la privazione della libertà personale.
Il Piano nazionale prevede la realizzazioni di progetti da attuare a livello territoriale finalizzati ad assicurare, in via transitoria, alle vittime di tratta di esseri umani adeguate condizioni di alloggio, vitto ed assistenza sanitaria per favorire azioni di integrazione sociale e, successivamente, la prosecuzione dell’assistenza e dell’integrazione sociale attraverso la formazione e l’inclusione lavorativa.
La Regione Umbria da anni partecipa a tali progettualità, in qualità di soggetto proponente, con i progetti “Fuori dal Labirinto” e “Non Si Tratta”, progetti attivati da alcuni anni anche nel Comune di Todi.
I progetti presentati dalle Regioni potranno ottenere un finanziamento che va da un minimo di 50.000 euro ad un massimo di 1.300.000.
“Free-life” avrà la durata di 15 mesi e sarà attivato a partire dal mese di settembre 2016.
“Con tale adesione – commenta l’Assessora alle Politiche per l’integrazione Catia Massetti – il Comune di Todi intende continuare a svolgere un ruolo attivo per favorire l’emersione di un fenomeno che ha dimensioni rilevanti e per garantire assistenza alle donne ed agli uomini stranieri ed italiani vittime di sfruttamento lavorativo e sessuale, che subiscono gravi violenze e vengono privati della loro dignità a causa della situazione di vulnerabilità sociale in cui si trovano. Sono spesso ragazze, minori, indotti a vivere in schiavitù, a prostituirsi, a svolgere lavori massacranti sotto la minaccia di persecuzioni o per uno stato di bisogno estremo”.