Sabato 23 giugno, alle ore 17:31 in punto, alla Libreria Ubik di Todi (via Augusto Ciuffelli, 1), lo scrittore e commediante Massimo Roscia presenterà il suo nuovo libro intitolato “Peste e Corna”, edito da Sperling & Kupfer.
Dopo gli straordinari successi del romanzo “La strage dei congiuntivi” (Exorma, 2014) e del divertente saggio “Di grammatica non si muore” (Sperling & Kupfer, 2016), Massimo Roscia completa dunque la sua originale trilogia dedicata alle parole. Affermato scrittore, allegro guascone e disincantato osservatore della società, Roscia torna a farci sorridere sull’uso, talvolta bizzarro, che facciamo dell’italiano. Questa volta a finire sotto la sua lente satirica sono le frasi fatte, le espressioni idiomatiche, i luoghi comuni, le metafore logore e gli altri modi di dire che tutti usano e di cui molti abusano. Ancora una volta Roscia, invitandoci a un uso pieno e più consapevole dell’italiano, dimostra di avere un grande senso dell’umorismo e una non comune abilità nel maneggiare quel complesso repertorio che chiamiamo lingua. Giocando con le parole come Flaiano, Campanile o Arbasino, passa al setaccio tutte le sequenze plastificate che, invadendo ogni ambito semantico, azzerano la nostra capacità espressiva e ci espongono al rischio di essere presi, come scriveva Dostoevskij, «per uno scolaro di ginnasio che ha composto un compito sul sorgere del sole».
E così, tra un “ammesso e non concesso” e un “non esistono più le mezze stagioni”, un’allegra risata e una seria riflessione, viene fuori un libro lontano da ogni schema tradizionale, agile, divertente, saporito, godibilissimo, colmo di citazioni, aneddoti e riferimenti culturali tanto curiosi quanto stimolanti, un libro da leggere “senza se e senza ma”, un libro che Massimo Roscia presenterà nel suo solito spassosissimo spettacolo di burlesque verbale ai lettori tuderti. A seguire, “alla fine della fiera”, un aperitivo – e non vi azzardate a chiamarlo “apericena” – presso l’Enoteca Pane e Vino, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento.
Massimo Roscia, nato a Roma nel 1970 circa, è un personaggio proteiforme e di difficile catalogazione. Critico enogastronomico, collaboratore del Gambero Rosso, già condirettore editoriale del periodico Il Turismo Culturale, pifferaio magico, mimo parlante, imbonitore, decente docente (insegna, tra l’altro, comunicazione, tecniche di scrittura, editing e marketing territoriale), esperto di «HTTP Error 404 ¿ File not found», incensurato, automunito, militassolto, collezionista di periodi ipotetici del terzo tipo e, non ultimo, scrittore. Autore di romanzi, racconti, saggi, guide turistiche, sceneggiature televisive e biglietti per biscotti della fortuna, vincitore di diversi premi letterari e partite a tressette, ha esordito con Uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo (Edizioni della Meridiana, 2006). Dopo il fortunatissimo romanzo La strage dei congiuntivi (Exòrma, 2014), è tornato a occuparsi della lingua italiana con il saggio Di grammatica non si muore (Sperling & Kupfer, 2016). Non pago, ha scritto anche Peste & Corna.
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