Entusiasmo e demotivazione, pessimismo e voglia di fare: la transizione ecologica, volenti o nolenti, è l’unica via percorribile per contrastare il rischio ambientale: come “ripensare” l’offerta culturale in chiave ecologica? Se ne è parlato a Viareggio.
La strada della transizione ecologica, unica via percorribile per la nostra e le prossime generazioni, è costellata di difficoltà e nuove sfide che, nel caso di un Paese ricco di beni culturali come l’Italia, non può prescindere da un cambio di passo nella gestione e nella fruizione degli spazi dedicati alla cultura; se ne è parlato a Viareggio dove, lo scorso 27 gennaio, si è tenuto un forum di approfondimento dal titolo “Le regole del caos. La sostenibilità, la valorizzazione e la gestione dei beni culturali e dei musei per una transizione ecologica condivisa”.
Organizzato dalla Greenaccord Onlus, l’evento ha avuto il sostegno della Fondazione Carnevale di Viareggio e della Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca, ed ha visto, alla direzione scientifica, Maurizio Vanni e Alfonso Cauteruccio.
Tanti i temi posti sul tavolo e quelli suscitati dalle discussioni data l’ampiezza del tema trattato. La dottoressa Daniela Capra della Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Lucca e Massa Carrara ha illustrato il ruolo dell’organo nel quale opera, spesso considerato costrittivo, nel disciplinare gli interventi di adeguamento e ammodernamento sugli edifici di interesse culturale, oltre all’essenziale ruolo di catalogazione di tutti i siti di interesse, molti dei quali misconosciuti, che costellano ogni nostra regione.
Per un approfondimento di tipo tecnico, sono intervenuti l’architetto Pietro Carlo Pellegrini, che ha illustrato il suo approccio nel progettare e realizzare spazi sempre più sostenibili, sia per quanto riguarda i materiali usati, il consumo energetico e l’impatto con l’ambiente circostante, e l’architetto ed exhibit designer Franco Achilli che ha permesso di scoprire le tante attività virtuose che si possono nascondere nelle scelte per l’allestimento di una mostra. Pochi sanno che è possibile ricavare dell’ottima seta lasciando che i bachi completino la loro metamorfosi in farfalle e non vengano uccisi, come avviene di solito, che si può ottenere della moquette, praticamente eterna, dalle reti da pesca abbandonate sui fondali, oppure che il tessuto Vegea, utilizzato per rivestire pannelli in sostituzione delle vernici, è ricavato dalle vinacce di scarto dei processi di vinificazione.
Rilevanti gli interventi di Carlo Albani, lighting problem solver, che ha illustrato problemi e soluzioni per un efficace ed economico uso della luce nell’esposizione di opere d’arte, e la testimonianza di Michele Lanzinger, presidente di ICOM Italia e direttore del MUSE di Trento, che ha illustrato la sua idea di museo del futuro, sempre più interattivo, coinvolgente e aperto anche ad attività meno accademiche, che siano di appeal per le nuove generazioni, per un nuovo modo di vivere i luoghi della cultura.
L’appuntamento di Viareggio è stato anche l’occasione per raccontare cosa sta facendo la grande macchina del Carnevale dal punto di vista della sostenibilità, sempre più impegnata sul fronte del riciclo e del riuso dei materiali impiegati per la realizzazione dei mastodontici carri, e per illustrare il progetto vincitore della challenge dedicata agli istituti superiori “Viareggio playable city. Il gioco diventa inclusivo, funzionale e sostenibile”. L’app “VivaCity” dell’IIS Galileo Galilei, che si è aggiudicata la vittoria, utilizza la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale per un nuovo modo di scoprire la città e il territorio con un cicerone di eccezione: Giacomo Puccini.
Oltre a quelli già citati, il forum è stato arricchito dagli interventi di Maria Lina Marcucci, Presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio, Andrea Mazzi, giornalista e conservatore museale Fondazione Carnevale di Viareggio, Christiana Ruggeri, giornalista Rai Tg2 e vicepresidente Greenaccord Onlus, Sabrina Zuccalà, specialista in nanotecnologie e presidente 4ward360, Pietro Sebastiani, ambasciatore, già direttore generale della cooperazione italiana allo Sviluppo e rappresentante permanente delle Nazioni Unite in Italia, Anna Benedetto, giornalista e segretaria del Consiglio di Disciplina ODG Toscana, e Maria Cristina Finucci, artista, architetta e designer, fondatrice del Garbage Patch State.
Tra l’utopia dell’Agenda 2030, la miopia di molti e la volontà di tanti, l’importante è sapere che la transizione ecologica, con l’impegno di tutti, si può e si deve fare.
Benedetta Tintillini