Turandot: anteprima del Festival Villa Solomei

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In scena lo scorso 21 Giugno, al Teatro Cucinelli di Solomeo, l’anteprima della 24° edizione del Festival Villa Solomei, interamente dedicata alla Turandot, perfettamente in linea con il paese ospite di questa edizione, la Cina.

L’opera che va in scena “ruba “ in modo pretestuoso il nome alla celebre opera di Puccini richiamato con echi e nomi, ma l’insieme è futuristico e fortemente avanguardista. L’opera scritta da Raffaele Sargenti e curata nella regia, scenografia e costumi da Tony Contartese, ha saputo suggestionare il pubblico, la voce soprano di  Chiara Franceschelli (Liù, studentessa di coding) scandisce ed insiste a suon di “lavorare – implementare…”, Calaf , il giovane gamer (”…No timig.. No timing…”) è la voce tenore del giovane Tommaso Costarelli, il baritono Diego Savini nella veste di Timur, nonno di Calaf, ed infine la voce di Veronica Marinelli nei panni della venditrice on line; Mario Cecchetti dirige, con la sua pregiata maestria, orchestra, l’Ensemble da Camera di Città di Castello e Coro, composto da elementi dell’Associazione Octava Aurea, Coro Voci Bianche di Chiara Franceschelli.

Tutto si muove e si gioca su bit, dot, byte, giga, mega… E la fiaba futuribile tra sibili e suoni, note elettroniche e corde vibrate, fa convivere musica lirica ed elettronica, canto spianato e speculazione frequenziale, melodia e codice binario, tradizione e avvenire, ed ecco che siamo trasportati in un futuro fatto di virtual e social, di gamer e loving… dove però alla fine è lo “human” che ha la meglio.

La riflessione è naturale e la modernità del tema è calzante; riflettere, attraverso il linguaggio della musica e del teatro, sulle insidie della realtà ‘online’ in cui la generazione di ragazzi oggi è immersa e dalla quale è costantemente attratta e manipolata.

Il ritornello è pressante, l’aria è fin troppo futuristica … “Coding coding coding…” ma risuona piacevole con il suo ritmo, incalzate, vibrato.

“Codifica… scrittura di un codice” sono le voci dei giovani ragazzi che rendono umano il coding e ci deliziano con questi suoni che, in noi, non possono fare altro che far nascere e coltivare la speranza di un futuro dove intelligenza artificiale e umana vivano e convivano  per un progresso “umano”.

Sonia Lustrino

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