La ripresa turistica in Umbria c’è, ma non ovunque: l’allarme viene lanciato dall’Associazione “I Borghi più belli d’Italia in Umbria” che, analizzando i dati turistici regionali del primo quadrimestre 2018, segnala presenze in controtendenza rispetto alla totalità della regione.
“Entriamo nella stagione estiva con una certa preoccupazione – ha affermato il suo presidente Antonio Luna –. Nei 27 borghi umbri infatti, con certificazione di eccellenza nazionale, siamo purtroppo in controtendenza rispetto ai dati complessivi regionali. Nei primi 4 mesi dell’anno, confrontandosi con il medesimo periodo del 2017, cresciamo meno negli arrivi, +19,7 rispetto a +25, ma soprattutto retrocediamo nelle presenze, – 3,5 rispetto a + 11,1. Ciò significa registrare un gap del 14,6% sul totale umbro, che corrisponde ad una significativa riduzione da 3 a 2,5 giorni medi di pernotto nei Borghi, rispetto al primo quadrimestre 2017. Non poco”.
I dati del Servizio Turistico regionale confermano infatti che fino al 2016 i Borghi più belli d’Italia in Umbria sono costantemente cresciuti nei pernotti, passando dai 964.000 del 2013 al 1.120.000 dell’anno sismico, corrispondente al 18,7% del turismo complessivo regionale. Un dato importante in quanto segnalava che un visitatore dell’Umbria su cinque aveva deciso di soggiornare nei piccoli borghi. Ora, ad avvio 2018, si scende di 3,4 punti al 13,3%, ovvero a uno su sette. I Borghi stanno quindi registrando una maggiore difficoltà a riprendersi.
“E’ evidente – continua Luna – che c’è una questione Valnerina tuttora aperta, ma faccio notare che, su base complessiva, gli esercizi alberghieri ed extralberghieri dei borghi umbri sono addirittura aumentati, dai 960 di prima del terremoto ai 982 del 2018. E i rispettivi posti letto sono attualmente coperti al 12% delle loro disponibilità.
In termini assoluti la riduzione di presenze di questo quadrimestre ammonta a – 6.099 pernotti. Calcolando la spesa pro-capite giornaliera del turista medio in € 104,7 (dati della Banca d’Italia del 2016), se continuassimo con questo flusso per tutto il 2018, si sfiorerebbero i 2 milioni di euro di perdita potenziale sul 2017. Giova segnalare che i posti di lavoro che si riescono a costruire nelle zone più rurali e montane dell’Umbria, le aree tipiche dei Borghi, valgono enormemente, in quanto appartenenti a territori con scarse alternative occupazionali. Perderli ora renderebbe più difficile recuperarli in futuro. Vogliamo pertanto porre l’attenzione sulla necessità di un progetto di sistema per favorire la ripresa turistica anche nelle aree più marginali dell’Umbria. Con un turismo fiorente si possono infatti puntellare attività e servizi necessari alle stesse comunità insediate, bloccando il rischio spopolamento”.
I 27 Borghi più belli d’Italia in Umbria: Acquasparta, Allerona, Arrone, Bettona, Bevagna, Castiglione del Lago, Citerna, Corciano, Deruta, Lugnano in Teverina, Massa Martana, Montecastello di Vibio, Montecchio, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Montone, Norcia, Passignano sul Trasimeno, Preci, Paciano, Panicale, San Gemini, Sellano, Spello, Torgiano, Trevi, Vallo di Nera.