Archiviata un’edizione difficile, faticosa ma bellissima e suggestiva del Festival Umbria che spacca.
Cedri secolari in primo piano e illuminati con il calar del sole, così come la facciata della Villa del Colle del Cardinale. Pubblico composto e che, distanziato e in rispetto di tutte le indicazioni, ha fatto sentire il suo calore pur partecipando seduto sui teli stesi sul prato del parco davanti al palco. E poi la principale protagonista, quella musica dal vivo che tanto è mancata ma che ora è tornata a far sentire la sua voce. L’Umbria che spacca ha archiviato un’edizione difficile, faticosa ma bellissima e suggestiva. E che fa ben sperare per il futuro, considerando che il festival è stato il primo grande evento musicale dell’estate 2021 che si è tenuto a Perugia.
L’attenzione ancora massima per le misure anticovid non ha impedito infatti lo svolgimento in tutta sicurezza dell’ottava edizione, che comunque rimarrà nella storia del festival. La situazione legata alla pandemia ha imposto una nuova location (quella tradizionale sono i Giardini del Frontone) nella campagna di Colle Umberto a pochi minuti dal capoluogo umbro, che si è rivelata vincente: un modo di ripartire quindi rispettando un luogo dal fascino unico, la musica, artisti e chi lavora dietro il palco, e anche il pubblico.
Soddisfatto Aimone Romizi che, come presidente dell’associazione organizzatrice Staff Roghers e direttore artistico del festival (pronto ora a tornare in tour con i suoi Fast animals and slow kids, band perugina tra le più rappresentative della scena musicale italiana), afferma: “Oltre che l’edizione della rinascita questa è stata anche quella della conferma. Per le realtà che continuano a supportarci ma anche per uno staff consolidato che mette in piedi una macchina organizzativa che funziona e bene. Parlando anche con gli artisti tutti hanno confermato questo: l’Umbria che spacca è qualcosa di professionale e bello che fa trasparire l’anima che ci si mette. Sono stanco ma contento e questi tre giorni sono da dedicare proprio a tutti i ragazzi che con spirito di volontariato puro mettono in piazza la musica e lo fanno con una professionalità che non si trova spesso nell’ambiente. Con questo spirito diamo appuntamento all’edizione del 2020”.
Ilaria Batassa, direttrice della Villa, è felice della scommessa vinta insieme ai ragazzi del festival: “Il libro che mi ha cambiato la vita si intitola ‘L’arte di respirare’: credo che questi giorni ci abbiano insegnato una nuova modalità di respirare. Quello che ha più colpito è stata l’educazione con la quale pubblici, anche anagraficamente, si sono avvicinati a questo luogo, incuriosendosi e meravigliandosi. Quello che è stato fatto è chiaramente un atto di coraggio, ma anche un messaggio di leggerezza e di condivisione. In questa situazione l’unico aiuto concreto che potevamo dare al settore dello spettacolo dal vivo era spalancare i nostri spazi, per accogliere e per sottolineare come quando due forme d’arte si incontrano, nonostante siano lontane e diverse, generano un’esperienza. E dall’esperienza dobbiamo ripartire. E ricominciare a respirare. Spero che questo sia solo l’inizio di una felice collaborazione, perché io ne sono uscita arricchita, ma soprattutto commossa”.
Direttrice presente tutte le sere, per ammirare lo spazio “riempirsi di cose”, così come Marco Pierini della Galleria nazionale dell’Umbria e Direzione regionale musei dell’Umbria, partner storici del festival e che quest’anno hanno concesso l’uso degli spazi della Villa.
Ma durante la tre giorni non hanno fatto mancare il loro supporto, passando in visita, anche l’assessore regionale Michele Fioroni, l’assessore comunale Leonardo Varasano, il rettore dell’Università degli studi di Perugia Maurizio Oliviero e il presidente della Fondazione di partecipazione Umbria Jazz Gianluca Laurenzi.
Il numero di biglietti messi a disposizione, ridotti dalle norme in vigore, naturalmente non ha diminuito la magia del festival. Tre serate sold out con il meglio della musica nazionale e regionale.
Il magnifico scenario della Villa del Colle del Cardinale – residenza principesca del sec. XVI, realizzata dal Cardinale Fulvio della Corgna, una delle location più belle della città di Perugia e dell’Umbria – ha ospitato il 2 luglio il ritorno in Umbria di uno dei migliori cantautori della scena musicale italiana come Niccolò Fabi, per poi passare il 3 luglio al rap di Frah Quintale tanto amato dai più giovani fino al gran finale del 4 luglio con il pop contemporaneo dei Coma Cose, reduci dall’ottimo consenso di pubblico e critica al Festival di Sanremo.
I tre headliner delle rispettive serate non hanno deluso le attese, così come gli open act grazie ai bravissimi Emma Nolde, Vipra, VazzaNikki e alle immancabili band umbre come Elephant Brain, Teleterna e Melancholia (grandi protagonisti nell’ultima edizione di X Factor e che come seconda data del loro tour sono tornati subito Umbria).
Archiviate anche le suggestive esplorazioni della città di Perugia realizzate grazie al progetto “L’Umbria Che Spacca Experience”. Nel corso delle giornate del Festival, in collaborazione con il Comune di Perugia, sono state infatti organizzate delle visite, per valorizzare le bellezze del territorio, con degli ospiti speciali: in questi piccoli viaggi protagonisti sono stati Andrea Lorenzon (artista digitale tra i più apprezzati e stimati sulla piattaforma di streaming YouTube, padre del celebre canale Cartoni Morti), Adrian Fartade (divulgatore scientifico, youtuber e scrittore italiano) e Valerio Lundini (comico, conduttore televisivo e autore televisivo italiano). I vari passaggi – sia in percorsi ufficiali con le tappe imperdibili del centro storico che in spazi un po’ fuori dalle righe – sono stati tracciati con report fotografici nei canali social del festival e degli stessi protagonisti influencer.
L’hastag #umbriachespacca è ormai sempre più non solo legato al festival musicale ma ad una nuova modalità di marketing territoriale che sta sempre più prendendo piede e caratterizzando la regione. A conferma sono le tante interazioni social con questa “firma” prima, durante e dopo il festival.
Dalla collaborazione con la Cooperativa A Piccoli Passi all’interno del progetto PiùHub, inoltre, sono stati sviluppati una serie di workshop per stimolare la formazione, la ripartenza e l’innovazione delle attività imprenditoriali giovanili in ambito culturale. Gli appuntamenti pomeridiani, in live streaming in diretta sulla pagina Facebook di PiùHub Umbria e prima dei concerti, sono stati con alcune delle realtà più interessanti del territorio: “Start Up Green” (Cantine Goretti e Serranova srl), “Il mondo come cambia: come ripensare e trasformare un vecchio mestiere” (Edicola 518 e Le radici az. agricola), “Professionisti nel mondo dell’arte” (Rufini Guitars e Chiskee).
Non è mancato quest’anno neppure il “Food che spacca” con interessanti realtà che hanno offerto pasti tipici a ‘Km 6,7’: dalle focacce di grani antichi e carni da allevamenti allo stato brado dell’azienda agricola Le Radici fino a La Vecchia Frittoria con pesce e fritture del Trasimeno.
‘L’Umbria che spacca’ è stato realizzato con il contributo di Regione Umbria e Comune di Perugia, con il patrocinio di Galleria nazionale dell’Umbria, Direzione regionale musei dell’Umbria, Università degli studi di Perugia e Adisu agenzia per il diritto allo studio Umbria e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Molti infine i partner commerciali e le collaborazioni grazie ai quali è stato possibile realizzare l’evento. Main sponsor Coop Centro Italia. Sponsor: Nastro Azzurro, Wild Turkey, Campari Italia.