“L’Umbria è il cuore del jazz italiano e Perugia non solo rappresenta un ottimo punto di riferimento per visitarla, ma è anche un trampolino di lancio per i musicisti di tutto il mondo”. Così Renzo Arbore nell’intervista contenuta in “Umbria Jazz: storie e musica, 50 anni di successi”, la Guida di Repubblica dedicata a una manifestazione che a luglio tornerà a Perugia tagliando un traguardo importante, quello dei 50 anni di vita. Una ricca e inedita intervista al fondatore di UJ Carlo Pagnotta apre la Guida, nella quale decine di protagonisti del jazz italiano e internazionale aprono lo scrigno dei loro ricordi.
Nel volume si scoprono così i racconti di Gino Paoli, Rhiannon Giddens, Stefano Bollani, Dee Dee Bridgewater, Stewart Copeland, Linda May Han Oh, Fabrizio Bosso, Chiara Civello, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Christian McBride, Emmet Cohen, Flavio Boltro, Danilo Rea, Miles Evans, Fred Hersch, Paolo Conte, Melody Gardot, Mark Lettieri e Francesco Cafiso, solo per citare alcuni degli oltre 40 protagonisti del festival intervistati nel volume. Vengono ripercorsi i momenti indimenticabili delle 45 passate edizioni, così come tratteggiati i punti di forza di quella che sta per iniziare, con contenuti dedicati a Bob Dylan, Ben Harper, Mika e agli altri grandi artisti che impreziosiscono il cartellone del 2023.
Volto dopo volto si incontrano aneddoti legati alla musica e al festival, ma anche le bellezze dei luoghi che la manifestazione ha toccato in regione nell’arco della sua lunga vita. Quei luoghi, a partire da Perugia, vengono allora raccontati con tutte le loro bellezze e tutte le loro bontà, i loro tesori da visitare e i loro sapori da provare, con ricche sezioni dedicate all’artigianato, alle tavole imperdibili, agli indirizzi dove trovare golosi souvenir da portare a casa.
Perugia, appunto, ma anche Orvieto, che in inverno sarà teatro di un altro anniversario per UJ: i trent’anni di Umbria Jazz Winter. Ed ecco Terni, che con Villalago ospitò la prima edizione di UJ e che oggi accoglie a settembre l’Umbria Jazz Weekend. Non mancano i consigli per lo shopping di qualità in tutta l’Umbria, dal cashmere ai merletti, dalla sartoria ai mobili, dai salumi ai formaggi, dalla pasta ai legumi, fino al vino e all’olio. Infine, le ricette di molti tra i migliori chef della regione.
“Una straordinaria invenzione di Carlo Pagnotta che nel 1973 creò questa inimitabile rassegna musicale, facendola diventare la più importante del mondo”, scrive nella sua introduzione il direttore delle Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa: “Quei giorni di Umbria Jazz erano, e sono, una occasione per rivedersi, per ascoltare ottima musica, per girare per le vie del centro e dei borghi, per sedersi al desco di tavole del gusto di sicura solidità e tradizione, per sperimentare la indiscussa capacità di accoglienza umbra, per portare a casa ricordi e cimeli di una vacanza imperdibile. Il rito non è cambiato, semmai si è consolidato e rafforzato.
E l’Umbria è sempre lì ad aspettarvi, con i suoi gioielli, con la sua capacità di accoglienza, col suo fascino, col suo gusto, con le note travolgenti di Umbria jazz. Oggi come 50 anni fa”.
“Quello che non è mai cambiato in questi 50 anni – afferma Gian Luca Laurenzi, presidente della Fondazione di Partecipazione Umbria Jazz – è il legame fortissimo tra musica e storia, paesaggi e città dell’Umbria, che è in definitiva il principale motivo del suo successo, assieme alla costante ricerca della più alta qualità musicale: negli ultimi cinquanta anni, tutti i grandi del jazz hanno calcato i palchi dell’Umbria. Oggi Umbria Jazz è un sistema di eventi che si svolgono a Perugia in luglio, a Terni in settembre, a Orvieto in dicembre/gennaio. Un sistema articolato e complesso, che comporta un grande sforzo organizzativo, reso possibile dalle professionalità che sono maturate all’interno. È un grande veicolo di cultura musicale che si porta dietro un sostanzioso ritorno economico sul territorio: uno dei principali tratti identitari dell’Umbria oggi è il jazz”.
Paola Agabiti, assessore regionale alla Cultura e al Turismo Regione Umbria, scrive che “Umbria Jazz rappresenta nel panorama musicale italiano e mondiale l’idea di un evento aperto al pubblico, per il pubblico e con il pubblico. Un’intuizione nata cinquant’anni fa che ha saputo rinnovarsi, crescere e diffondere a macchia d’olio le sue intuizioni e i suoi benefici effetti su un intero mondo artistico, fino a quel momento legato ad una fruizione settoriale e puramente di genere. Umbria jazz ha aperto orizzonti, ha liberato energie e fatto conoscere centinaia di talenti con uno spirito gioioso e goliardico. La platea, che iniziò ad animare mezzo secolo fa le serate estive del festival, ha trovato nel tempo una piena e felice ospitalità negli appuntamenti invernali, primaverili e autunnali – come dimostrano i trent’anni dell’edizione orvietana – ampliando la fruizione di questo meraviglioso festival a tutto il territorio umbro e facendone un evento sentito come proprio da tutta la regione”.