A UmbriaLibri, l’8 ottobre, alle ore 18,30, il volume Odino nelle terre del rimorso scritto da Vincenzo Santoro ed edito da Squilibri, sarà presentato da Piergiorgio Giacché e Gianni Pizza dell’Università di Perugia, che discuteranno con l’autore anche delle connessioni del teatro e della vicenda umana e artistica di Barba con l’antropologia.
Dal 1973 al 1975 Eugenio Barba e l’Odin Teatret dalla Danimarca si trasferiscono, a più riprese e per lunghi periodi, in Sardegna e nel Salento, con l’intento di portare il teatro in “luoghi senza teatro”, a contatto con popolazioni che abitualmente non ne fruivano. Nel corso di queste permanenze, l’Odin definisce, come modalità di relazione con gli abitanti dei paesi salentini e sardi, in prevalenza contadini e pastori, il cosiddetto “baratto culturale” per cui al dono della loro arte i locali rispondevano con una canzone tradizionale, un ballo o una festa.
Un’esperienza destinata a lasciare un segno profondo nei territori interessati, oltre che a incidere non poco sulla stessa traiettoria dell’Odin, tra le più importanti espressioni del teatro internazionale, come più volte riconosciuto dallo stesso Barba.
In Salento l’Odin aveva come referenti un gruppo di intellettuali, tra i quali Gino Santoro e Rina Durante, impegnati nella ricerca e riproposta della musica tradizionale, ed elesse Carpignano come sede della propria residenza, toccando molti altri paesi (Calimera, Castrignano dei Greci, Copertino, Cutrofiano, Galatone e Martano). In Sardegna era arrivato grazie a Pierfranco Zappareddu, animatore, attore e regista e fondatore del gruppo teatrale Alkestis, operando soprattutto a San Sperate e Orgosolo ma arrivando in numerosi altri paesi, tra i quali Gavoi, Ollolai e la cerchia dei villaggi situati intorno ai santuari dell’Itria e di Monte Gonare. Vincenzo Santoro ricostruisce questa appassionante vicenda, attingendo a fonti d’epoca e privilegiando il punto di vista dei protagonisti, e individua anche nessi e relazioni con l’incendio che, da lì a poco, sarebbe divampato attorno al “rinascimento della pizzica”.
Il volume si apre con la prefazione di Eugenio Barba e include le fotografie di Tony D’Urso, scritti di Antonio D’Ostuni e Antonello Zanda e, nel dvd allegato, il documentario di Ludovica Ripa Di Meana, In cerca di teatro, girato alla fine della residenza salentina del 1974 (con una rappresentazione in presa diretta dell’incontro tra le due culture, una strepitosa performance di Uccio Aloisi e Uccio Bandello e le prime immagini in movimento della pizzica pizzica) e il film di finzione di Torgeir Wethal, Vestita di bianco, girato sempre nel corso dell’esperienza salentina dell’Odin.
Vincenzo Santoro, responsabile dell’Ufficio Cultura dell’A.N.C.I., ha pubblicato numerosi saggi e volumi sulle musiche di tradizione orale del Salento.