E’ stata inaugurata ieri ad Urbino, nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale la mostra “Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della vita di corte”, curata da Vittorio Sgarbi e Elisabetta Soletti (filologa, alla sua prima esperienza come curatrice) visitabile fino al 1 Novembre 2020.
Questo evento arriva dopo il successo delle mostre “Raffaello e gli amici di Urbino” e “Raphael Ware” curate dalla Galleria Nazionale delle Marche diretta allora da Peter Aufreiter, “l’occupante austriaco” come lo ha appellato Sgarbi con dispezzo (nonostante si sia toccata con mano la crescita della Galleria sotto la sua direzione, sia in termini di presenze e sia in termini di formazione professionale dei dipendenti che, almeno quelli da me intervistati durante le mie visite, si sono sempre detti felici e motivati dal nuovo approccio al lavoro, più collaborativo e fattivo e meno piatto e routinario, tipico dell’impiegato pubblico, anche in ambiti artistici), evidentemente non “simpatico” come Sgarbi agli occhi dell’amministrazione.
Urbino e l’amicizia profonda che ha legato Baldassarre Castiglione a Raffaello sono il pretesto per inserire questo appuntamento nell’ambito delle celebrazioni raffaellesche delle quali vuole essere, nella città natale del pittore, l’evento conclusivo.
Ad Urbino i due famosi amici non convivranno mai, come ha ricordato Sgarbi, pro sindaco della città oltre che curatore della mostra, nel 1504 Raffaello è a Città di Castello e dipinge il celeberrimo Sposalizio della Vergine, mentre Castiglione arriva ad Urbino al seguito di Elisabetta Gonzaga, sposa di Guidobaldo Montefeltro. A Roma, al servizio del papa Leone X, i due intellettuali avranno l’opportunità di collaborare e scambiarsi amicizia e competenze. Di tale stretta collaborazione è simbolo la celeberrima lettera indirizzata al Papa, nella quale esortano Leone X a prendersi cura delle antiche vestigia di Roma, fino ad allora sistematicamente depredate, dai papi in primis.
Ma niente di originale, che può testimoniare la comunione di due intellettuali così alti, è presente alla mostra di Urbino che si articola in tre sale, le quali intendono accogliere testimonianze che riproducano l’atmosfera di una corte illuminata, quella teorizzata dal Castiglione, inserita in un periodo fecondo e culturalmente fervido come il Rinascimento in Italia, che resterà un unicum nella storia. Nella prima sala guardiamo in viso i protagonisti di questo irripetibile periodo, tra i quali Giulio Romano e il Patriarca di Aquileia Giovanni Romani ritratti da Tiziano, nella seconda è possibile apprezzare, tra l’altro, due copie di abiti dell’epoca, uno maschile e uno femminile, ed una riproduzione di una wunderkammer rinascimentale, quella stanza segreta dove le persone abbienti usavano custodire i loro oggetti più preziosi; la terza ed ultima stanza vuole rendere l’idea della biblioteca di Baldassarre Castiglione, con trenta antichi volumi ad esempio di quelli da lui realmente posseduti il cui elenco preciso ha redatto nel suo testamento.
Nella sala dedicata alla biblioteca di Castiglione fa bella mostra di sé una copia del ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello, eseguito da un falsario su commissione di Sgarbi, che resterà ad Urbino anche dopo la mostra.
A dire di Sgarbi questa mostra dedicata a Baldassarre Castiglione si inserisce a pieno titolo fra i grandi appuntamenti dedicati nel tempo a importanti autori del calibro di Bembo e di Aretino, peccato però che non ne rimarrà traccia alcuna, non essendo disponibile alcun catalogo.
Benedetta Tintillini