E’ tanto invecchiato, ma solo di aspetto, dopo otto anni alla guida della prima potenza mondiale economico-militare. Tempo dunque per parlare di prospettive. E Barack Obama, soddisfatto di un’esperienza esaltante e ben conscio (anche se non lo dice) che non ci sono all’orizzonte successori alla sua altezza afferma, il giorno dopo aver annunciato la conquista di Marte entro il 2030: “Questo tempo è quello migliore per vivere”.
In procinto di lasciare la Casa Bianca -che vedrà un nuovo inquilino a partire dal prossimo 8 novembre (ma, in realtà, l’insediamento sarà il 20 gennaio 2017)- e già conteso da riviste, quotidiani, club nella sua veste di opinionista brillante e autorevole. Tra i magazine c’è Wired, per il quale Obama ha scritto un lungo editoriale in cui inietta una buona dose di fiducia nel mondo che c’è e in quello che verrà.
La scienza e la tecnologia sono il pallino del presidente, che ha trascorso ben otto anni nello Studio Ovale: “La ragione per cui sono ottimista -scrive- è il costante movimento del progresso scientifico. Pensiamo solo a quanto abbiamo potuto vedere nel periodo della mia presidenza. Quando arrivai qui, esploravo nuovi orizzonti smanettando sulla tastiera di un Blackberry. Oggi leggo i miei briefing su un iPad e vado in giro per i parchi nazionali attraverso la realtà virtuale. Chi può sapere che tipo di sfide ha in serbo il futuro per il nostro prossimo presidente e per quelli che seguiranno”? C’è ancora molto da fare nel mondo, per Obama: “Il cambiamento climatico. La diseguaglianza economica. La Cybersicurezza. Il terrorismo e la violenza delle armi, il cancro, l’Alzheimer, i batteri che resistono agli antibiotici” ma, conclude, “sono fiducioso che domani gli Americani guarderanno alle proprie spalle, a ciò che abbiamo fatto -le malattie che abbiamo sconfitto, i problemi sociali che abbiamo risolto, come abbiamo protetto il pianeta- quando vedranno tutto ciò, potranno accorgersi che questo è il tempo migliore in cui vivere”.
Giulio Pocecco