Dopo il caso del Cratere di Eufronio, il Metropolitan Museum di New York è al centro di un’altra inchiesta riguardante un vaso apulo probabilmente scavato illegalmente in Italia. Il vaso è stato acquistato dal museo durante un’asta da Sotheby’s nel 1989 per 90.000 dollari, si pensa proveniente dalle azioni illecite del mercante d’arte Giacomo Medici, condannato nel 2004 per traffico di opere d’arte.
Il vaso è stato confiscato la scorsa settimana dalla magistratura newyorkese, mentre Medici nega ogni addebito e la casa d’aste, per motivi di privacy, non intende rivelare il venditore.
Il vaso, attribuito al grande pittore Python, è un cratere in perfetto stato di conservazione databile al 360 avanti Cristo.
A sollevare il caso è stato Christos Tsirogiannis, archeologo, che ha coinvolto un sostituto procuratore di New York. Come prova, alcune foto dei magazzini di Medici, risalenti ad un arco di tempo tra il 1972 ed il 1995, dove appare il vaso incrostato di terra. Secondo Tsirogiannis il vaso è stato rinvenuto in una tomba dell’Italia meridionale.
Il museo, da parte sua, ha negato di aver sospettato alcunché sull’origine poco chiara del reperto, che ha ora rimosso dalle vetrine in attesa dell’iter giudiziario, al termine del quale auspichiamo una restituzione al governo italiano.