La Biblioteca Apostolica Vaticana ha una ‘mission’: arrivare a digitalizzare 50 milioni di pagine. Si tratta di 82 mila preziosissimi manoscritti, pezzi unici conservati nella Biblioteca vaticana, che per l’archiviazione digitale fa ricorso anche agli scienziati della Nasa. “Quattro milioni di pagine sono già state digitalizzate – spiega Luciano Ammenti, direttore dei servizi informatici della Biblioteca Vaticana – ma si dovrà arrivare a digitalizzarne circa 50 milioni. I costi di digitalizzazione sono molto alti. Oggi non ci sono problemi. Sponsor e appassionati di manoscritti ci stanno aiutando, ma i problemi li avremo domani”.
Per fare un esempio, capolavori senza tempo come ‘La Divina Commedia (‘ne possediamo una miniata dal Botticelli’, ricorda Ammenti) o per citare opere più popolari romanzi come ‘Il nome della Rosa’. Ma potremmo anche ricordare pregiate edizioni dei Vangeli o ancora papiri preziosissimi, – spiega – che in futuro rischiano di non essere più consultabili”.
Da qui i convegni che periodicamente vengono organizzati in Vaticano per sensibilizzare il mondo accademico scientifico a non dimenticare l’importante mission, che richiede molti fondi. Proprio in questi giorni nella Biblioteca vaticana vengono ospitati responsabili delle agenzie spaziali di ogni parte del mondo, e i centri di osservazione terrestre e della Nasa sulla scelta di utilizzare, nella conservazione digitale a lungo termine, il format Fits anche per il patrimonio delle collezioni manoscritte della Biblioteca stessa.
“Da cinquant’anni questo sistema di digitalizzazione viene utilizzato nell’astrofisica – spiega il direttore dei servizi informatici della Biblioteca Apostolica Vaticana -. Un sistema che è stato progettato da scienziati di tutto il mondo con scienziati della Nasa”.
Un progetto a lungo termine che avrà bisogno di sostegno, dato il numero di manoscritti conservati nella Biblioteca del Papa: “in tre anni siamo riusciti a digitalizzare quattro milioni di pagine grazie a sponsor e all’aiuto di appassionati di manoscritti. Ma si dovrà arrivare alla digitalizzazione di un numero pari a 50 milioni di pagine. Un’opera a favore della conservazione e della divulgazione della conoscenza, a servizio della cultura per tutto il mondo”.