E’ stata presentata lo scorso 20 giugno, presso il Salone d’Onore di Palazzo Donini, la nuova Credenziale del Pellegrino della Via di Francesco, il documento che accompagna l’esperienza profonda e affascinante di percorrere le strade solcate dal Poverello di Assisi.
L’incontro, moderato da Gianluigi Bettin, ha visto la presenza di Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Umbria, Paola Agabiti, del Vescovo di Gubbio e di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, del Custode del Convento della Porziuncola, padre Massimo Travascio, OFM, e del Responsabile della Basilica di San Francesco in Assisi, fra Rafael Pinheiro Normando, OFMConv.
I percorsi che ricadono sotto la denominazione de La Via di Francesco hanno come punti di partenza Rimini, Firenze o Roma per avere come unica meta finale l’Umbria, e Assisi nello specifico. Insieme alla nuova credenziale è stata presentata l’edizione speciale del Testimonium Peregrinationis Peractae ad Sanctorum Francisci et Clarae Civitatem che sarà consegnato ai pellegrini che giungeranno alla Basilica di San Francesco in Assisi in occasione del grande centenario. L’attestato religioso, che comprova l’avvenuto pellegrinaggio alla tomba di San Francesco in Assisi, verrà consegnato a tutti coloro che avranno percorso un tratto di almeno cento chilometri e, per l’occasione, è stato consegnato in anteprima all’assessora Agabiti.
Gli itinerari di pellegrinaggio de La Via di Francesco offrono occasioni uniche per poter godere dell’arte e del paesaggio proponendo, oltre all’esperienza spirituale, un percorso di forte interesse turistico che consente di andare con mezzi lenti quali la bici, il cavallo oppure a piedi, toccando i luoghi dove è vissuto San Francesco. Luoghi che non sono mere testimonianze inerti, ma vive occasioni di incontro grazie alla presenza dei francescani e degli umbri che le abitano e che, dell’essenza di Francesco, sono i testimoni.
“La via di Francesco si è disegnata da sola – afferma Mons. Paolucci -, e si respira un grande affetto corale nei confronti di questa via che l’Umbria è chiamata a custodire, perché punto di riferimento per i pellegrini di tutto il mondo. La Via sta continuamente crescendo nei numeri grazie alle nuove modalità di vivere i territori, ovvero spirituale, culturale e turistica e la nuova credenziale, che celebra gli Ottocentenari francescani, serve a renderci conto di cosa dobbiamo custodire e di cosa siano responsabili, custodia e responsabilità profondamente sentite dei volontari coinvolti nei vari progetti di accoglienza, che curano i tratti del percorso, accompagnano i pellegrini o forniscono informazioni”.
“Quest’anno si celebra l’Ottocentenario dell’approvazione della regola e della realizzazione del presepe Greccio, che hanno avuto luogo nel 1223 – ricorda Padre Massimo Travascio -. Ricorrenza non rituale, grazie all’atmosfera dei diversi luoghi francescani, che vedrà il culmine con il Giubileo del 2025 che ha come titolo “Pellegrini di Speranza”. Il senso del pellegrinaggio è quello di riportare alla condizione dell’uomo e della sua esistenza intesa come cammino, mettendo al centro il cuore, avendo il coraggio di lasciare per trovare di più, per un’esperienza di condivisione e conversione. Francesco per primo fu un viandante mai fermo, e la Credenziale attesta l’esperienza spirituale”.
“Dal 2015 Assisi, che ha l’immenso onore di essere meta finale, garantisce un’accoglienza sempre migliore per il pellegrino, anche grazie alla Statio peregrinorum – testimonia Padre Raphael Pinheiro -. Accoglienza è la necessità di creare spazio in noi per l’altro, è un modo di essere, di abbracciare ogni essere umano con le sue fragilità”.
“L’Umbria è terra di cammini – afferma l’Assessora Agabiti –, una modalità di fruire il territorio sempre più apprezzata, con una rilevante valenza sia dal punto di vista economico, per evitare lo spopolamento dei piccoli centri, sia come grande opportunità di visibilità e di promozione per la regione; ma soprattutto l’Umbria è da sempre cuore di spiritualità, aspetto imprescindibile della nostra terra che va conservato e valorizzato nel messaggio di Francesco”.
Benedetta Tintillini