Nel nostro paese ogni tre giorni una donna viene uccisa dal partner o da qualcuno che conosce. Il femminicidio avviene nella maggior parte dei casi tra le pareti di casa. Anche nel 63% degli episodi di stupro l’atto è commesso dal partner o dall’ex. La violenza sulle donne è un atto di vigliaccheria che non può trovare giustificazioni.
Nel 1999 le Nazioni Unite stabilirono che il 25 novembre fosse considerato come la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, “istituita partendo dall’assunto che la violenza contro le donne fosse una violazione dei diritti umani, una conseguenza della discriminazione contro le donne, dal punto di vista legale e pratico, e delle persistenti disuguaglianze tra uomo e donna. Tale violenza influisce negativamente e rappresenta un grave ostacolo nell’ottenimento di obiettivi cruciali quali l’eliminazione della povertà, la lotta all’Hiv/Aids e il rafforzamento della pace e della sicurezza” ha scritto l’ONU.
La data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
In occasione della ricorrenza la Polizia di Stato ha diffuso i seguenti dati: ogni giorno in Italia 88 donne sono vittime di atti di violenza, una ogni 15 minuti. Vittime italiane in altissima percentuale (80,2), con carnefici italiani nel 74% dei casi. Senza distinzione di latitudine, l’aumento di vittime di reato di sesso femminile è lo stesso in Piemonte come in Sicilia. Dati agghiaccianti. Fortunatamente cresce la consapevolezza dei delitti subiti, ovvero le donne hanno più fiducia nel denunciare, grazie anche al Codice Rosso entrato in vigore nell’agosto 2019. Nell’82% dei casi chi fa violenza su una donna ha le chiavi di casa. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali e a tutti i ceti economici. E nonostante i reati come il maltrattamento in famiglia siano in diminuzione, il numero delle vittime di sesso femminile è in aumento. Maltrattamenti, atti di stalking, violenze sessuali, percosse nel 60% dei casi sono commessi dall’ex partner. Negli ultimi dieci anni l’atto di estrema violenza sulle donne, il femminicidio, è rimasto praticamente stabile, ma è un dato che preoccupa poiché nello stesso periodo gli omicidi con vittime di sesso maschile sono diminuiti del 50%. Nel 2019 il 34% delle vittime di omicidio è donna e in sei casi su dieci l’assassino è il partner o l’ex partner. Le statistiche della Polizia di Stato evidenziano come cambia l’incidenza percentuale sulle vittime di femminicidio: straniere nel 67% dei casi mentre per quel che riguarda le altre forme di violenza le vittime italiane sono l’80%. Una donna su due lascia figli piccoli e nel 18% dei casi l’autore si toglie la vita. Armi da taglio e oggetti contundenti sono le armi più utilizzate, mentre si sono dimezzati i femminicidi commessi con armi da fuoco.
Una giornata molto importante il 25 novembre, decisiva sia per le donne, che devono imparare a proteggersi meglio, ricorrendo subito alle autorità di polizia, che per gli uomini, che devono scendere in campo con coraggio per condannare e contrastare i loro simili, mostri che ci fanno vergognare. Gli uomini debbono fare di più, non possono girarsi dall’altra parte. Il 25 novembre non è una giornata delle donne, ma una giornata nella quale gli uomini civili dovrebbero scendere in piazza per isolare i violenti ignoranti.
Giuseppe Manzo