Nel pomeriggio di Domenica 11 Dicembre, al Teatro Cucinelli di Solomeo, Corrado Augias ed il M° Aurelio Canonici hanno dato vita a “Viva il chiaro di Luna!” Divagazioni non solo musicali sulla pallida compagna delle nostre notti.
Come si legge nel libretto di sala: “la Luna da sempre esercita un grande fascino sull’uomo: fin dall’antichità il nostro pallido astro della notte è sembrato al tempo stesso vicino e lontano. Così, poeti, scrittori, musicisti si sono ispirati ad essa per descriverla, immaginarla e cantarla…“.
Seduta nella comodità di una poltroncina mi sorprendo con la voce della divina Callas e, sul palco, un maestro di nome Augias divaga esprimendo sensazioni e stati d’animo che, passando dal genio di Beethoven, arrivano fino a Debussy, mentre il maestro Canonici sembra improvvisare e nel dibattito si gioca armoniosamente.
Maestria e leggiadria ci riconducono ad emozioni e sensazioni facendoci immaginare quadri impressionisti con riflessi dorati su letti d’acqua, a riprova che l’arte vive di fluidità, e le note, come Augias mima, si fanno pennello.
Mi sembra di essere invitata in un salotto letterario, dove le citazioni, partendo da Calvino fino a Leopardi con la sua “Alla Luna”: ”O graziosa Luna, io mi rammento…” notturni poetici, dove la Luna si fa leggera e carezza la notte; notturni musicali dove si collegano note e melodie, dove si analizza con maestria la differenza tra un LA minore e un DO diesis minore, facendoci immaginare sfumature di colori.
E si gioca con parole note, citazioni e ci lasciamo cullare dal chiaro di luna di Beethoven.
Ed è così che in un’ora di un pomeriggio invernale si ha la consapevolezza di come la musica, la poesia, la pittura, il teatro sono figlie di un’unica madre, di come l’Arte crea e influenza, di come il bello ci circondi, di come i sensi possono inebriarsi; non resta che uscire dal tepore di un comodo teatro ed alzare gli occhi al cielo e capire che “Sorella Luna“ sarà sempre la compagna “leggera” di ogni animo nobile.
Sonia Lustrino