A dicembre la carta Washi dovrebbe diventare “patrimonio immateriale umanità”
E’ una produzione delicata e complessa, a cui si dedicano ormai solo pochi e anziani artigiani, alcuni dei quali sono nominati “tesori nazionali viventi”. Il Giappone è il paese della carta, la raffinata “washi”, dovrebbe diventare a dicembre 2014 “Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità ” dell’Unesco.
Il washi (和紙? chiamato anche carta giapponese) è un tipo di carta utilizzata in Giappone; si tratta di carta fatta a mano, di buona consistenza, resistente e anche traslucida. La sua buona consistenza permette a questa carta di essere utilizzata in molte applicazioni, come nelle arti tradizionali giapponesi origami, shodō e ukiyo-e.
“Oggi la carta è diventata come l’aria: la usiamo dalla mattina alla sera. Ma nell’antichità era un bene prezioso” ha raccontato il maestro Nobushige Akiyama, un artista contemporaneo le cui opere sono esposte al Museo nazionale di Arte Orientale di Roma, fino all’11 gennaio 2015, che ha fornito una dimostrazione della laboriosa produzione tradizionale della “washi”.
“Durante il periodo Edo (1603-1868) ogni provincia aveva la sua produzione specifica di carta e quella di qualità migliore, scelta da funzionari appositi, veniva inviata allo Shogun (il capo militare del Giappone feudale, ndr.) con la massima cura”, ha raccontato ancora Akiyama, precisando che la perdita o il deterioramento della preziosa merce poteva costare la vita a chi si occupava del trasporto.