Un assoluto privilegio, ammirare la Pala della Madonna della Cintola a Montefalco mentre il professor Antonio Paolucci, con il suo eloquio evocativo, ci parla della figura e dell’arte di Benozzo Gozzoli.
Privilegio che hanno vissuto quanti sono intervenuti alla presentazione ufficiale del catalogo della mostra straordinaria, che ha visto la Pala tornare “a casa” dopo 167 anni dalla sua donazione al Papa.
Giustamente orgogliosa, il Sindaco Donatella Tesei, fieramente snocciola i dati di una stagione estiva esaltante: + 40% di visitatori al Museo San Francesco, + 9% il movimento turistico a Montefalco, e sono solo dati parziali che si fermano al mese di agosto. Ammiro, nel sindaco Tesei, l’impegno, la determinazione nel voler perseguire con tutte le forze risultati tangibili a beneficio di tutta la comunità, riuscendo a coinvolgere le diverse realtà ed a convogliarle verso un progetto comune; determinazione se non, addirittura, caparbietà nel superare i momenti difficili di scoramento che, ammette, ci sono stati, ma che non hanno distratto dalla meta.
“Arrivando a Montefalco nella calda luce del Mezzogiorno, – esordisce il prof. Antonio Paolucci – ho ammirato l’armoniosa bellezza del paesaggio, intatto come lo descrive Benozzo nei suoi affreschi, e mi sono sentito felice, è un’emozione per la quale ringrazio il Padreterno di essere vivo ed avere occhi per guardare”.
Quali altre parole possono meglio descrivere la pienezza dell’esperienza del bello, esperienza che ci fa bene e ci nutre nel corpo e nello spirito.
E’ questa l’essenzialità dell’arte, la necessità di fruire dell’arte, di considerare l’arte come bene primario per ogni essere umano, che impone quindi l’obbligo della sua preservazione per le generazioni future, grande onere per noi che viviamo in Italia, indegni eredi di quanto di più bello il genio umano abbia potuto offrire.
Gli interventi dei restauratori hanno illustrato le peculiarità del loro lavoro su un’opera come la Madonna della Cintola, ma anche le sorprese che ha riservato, dopo la rimozione degli strati di “lucidatura” che oscurarono la brillantezza dei colori originari che ora possiamo tornare godere pienamente, nonché l’ammirazione per l’impeccabile lavoro di carpenteria lignea che ha permesso di far giungere la pala, fino ai nostri giorni, in condizioni strutturali perfette.
La presentazione del catalogo è stata un’opportunità eccezionale per entrare nella storia della Pala e nel suo significato religioso e iconografico, grazie agli interventi, oltre che del prof. Paolucci, di Adele Breda del Dipartimento delle Arti dei Musei Vaticani, di Alessandra Zarelli e Massimo Alesi del Laboratorio di Restauro e Dipinti dei Musei Vaticani, e di S.E. Monsignor Renato Boccardo Arcivescovo della Diocesi Spoleto-Norcia.
Non posso, per concludere, non fare mie le parole del Professor Paolucci: “Forse nacque uno speciale rapporto affettivo tra Benozzo Gozzoli e la città di Montefalco, ed è lo stesso rapporto affettivo ho instaurato anch’io. Quando si arriva a Montefalco ci si lascia il cuore, è successo a Benozzo, ed è successo anche a me”.
di Benedetta Tintillini