Nel contesto del Cortile di San Francesco, è stato presentato l’”AI Assisi Act”, un Manifesto deontologico interdisciplinare che propone linee guida per un uso etico e trasparente dell’Intelligenza Artificiale (IA). Il documento è frutto di un progetto avviato nove mesi fa dall’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e il Sacro Convento di Assisi, con il supporto di diverse istituzioni e organizzazioni, tra cui l’Università degli Studi di Perugia, Confindustria Umbria, la Procura generale di Perugia, la Rai, l’Unione Giornalisti Scientifici Italiani e l’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani.
Un manifesto per l’etica nell’IA
Il Manifesto, presentato e firmato dai promotori nel corso di un convegno tenutosi al Sacro Convento, si propone come una base di partenza per un percorso di studio e confronto aperto, mirato a sviluppare un approccio etico all’intelligenza artificiale che metta al centro l’uomo e il benessere delle comunità. Tra i partecipanti al convegno figurano personalità di spicco come il presidente nazionale dell’Odg Carlo Bartoli, il presidente regionale dell’Odg Mino Lorusso, il procuratore generale Sergio Sottani, e il rettore dell’Università di Perugia Maurizio Oliviero.
Il nome “AI Assisi Act” richiama volutamente l’AI Act dell’Unione Europea, con l’intento di sottolineare l’importanza di un quadro regolatorio che, come ha spiegato Bottacin, valorizzi la centralità dell’uomo. Questo documento, pur rappresentando un primo passo, vuole essere un punto di partenza per costruire una cultura condivisa attorno all’IA, con particolare attenzione alla qualità dell’informazione e al rispetto dei diritti umani.
I punti chiave dell’AI Assisi Act
Il Manifesto stabilisce alcuni principi fondamentali per garantire l’uso etico e responsabile delle tecnologie IA, tra cui:
- Centralità dell’Uomo: Le tecnologie IA devono rispettare la dignità e i diritti umani, mantenendo l’uomo al centro.
- Trasparenza: I processi decisionali degli algoritmi devono essere chiari e comprensibili, in modo che gli utenti possano comprendere le modalità con cui vengono prese le decisioni.
- Responsabilità: Gli sviluppatori e gli utilizzatori di IA devono assumersi la responsabilità del loro operato, prevenendo potenziali danni.
- Equità: L’intelligenza artificiale deve essere progettata in modo equo, prevenendo discriminazioni e bias.
- Sostenibilità: L’uso delle tecnologie IA deve essere sostenibile, tenendo conto dell’impatto ambientale e promuovendo pratiche ecologiche.
Una visione di lungo termine
Durante la presentazione, è stato sottolineato che l’AI Assisi Act non è un punto di arrivo, ma una base su cui costruire un percorso di studio e di confronto continuo. Dopo il Manifesto, infatti, i promotori lavoreranno alla creazione di un’Accademia formativa e informativa, in costante aggiornamento con l’evoluzione tecnologica. L’obiettivo è coinvolgere non solo operatori dell’informazione, ma anche tutti coloro che desiderano contribuire a un utilizzo etico dell’intelligenza artificiale.
Tra coloro che hanno partecipato alla stesura del Manifesto vi sono esperti di etica della tecnologia, giornalisti, accademici e rappresentanti di varie istituzioni, tra cui il sacerdote ed esperto di etica Don Alessandro Picchiarelli, la docente Francesca D’Alessandro, e il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana Giampaolo Marchini.
Un impegno collettivo per il futuro
L’AI Assisi Act rappresenta un impegno condiviso per affrontare le sfide etiche poste dalle nuove tecnologie, mettendo al centro il valore della verità, il rispetto delle persone e il pluralismo, fondamentali per una società democratica e inclusiva.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay