Biga di Monteleone di Spoleto: la partita con il Met non è ancora chiusa

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Da 120 anni esposta al Metropolitan Museum di New York e da sempre rivendicata dagli abitanti del borgo umbro, la biga di Monteleone di Spoleto, possiamo affermare con certezza, non fu acquistata ma trafugata illegalmente.

Potrebbe essere oggetto di un serial, di quelli dalle innumerevoli puntate e dalle trovate inverosimili per trascinare all’infinito una trama interminabile, tra misteri, soprannaturale, attività illecite, insabbiamenti, come nelle migliori fiction; ma, anche stavolta, la realtà ha lungamente superato la fantasia, consentendoci di aspirare, ancora, al lieto fine.

Lo scorso 24 settembre è stato presentato al Museo Etrusco di Villa Giulia, nell’ambito della seconda edizione della manifestazione “Festa Etrusca! La Storia si racconta”, in anteprima mondiale, il documentario “L’anello di Grace” (titolo alquanto sibillino) dedicato alla vicenda della biga etrusca rinvenuta all’alba dello scorso secolo da un contadino di Monteleone, e realizzato dal giornalista e regista Dario Prosperini che di quelle terre è originario.

Dario si è messo sulle tracce di tutti coloro che, nel corso del tempo, sono entrati in contatto in qualche modo con la biga o si sono interessati alla loro storia. Il filmato infatti è arricchito da molti interventi di persone coinvolte a vario titolo: dalla sindaca di Monteleone di Spoleto Marisa Angelini al Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia Maggiore Guido Barbieri, all’avvocato d’oltreoceano Tito Mazzetta alla giornalista Donatella Binaglia, oltre allo studioso eporediese Guglielmo Berattino, al quale si deve la riapertura del “cold case” della Golden Chariot, come la chiamano gli americani, grazie alle scoperte fatte nella biblioteca di Ivrea delle quali parlammo a suo tempo.

Le prove tangibili dell’illecito hanno spinto la Sindaca di Monteleone a contattare il Ministero dei Beni Culturali che subito si è attivato (con i tempi elefantiaci della burocrazia) per aprire un’istruttoria sul caso. Gli step sono molteplici e richiedono tempi biblici, ma il primo risultato tangibile che ci auguriamo si possa raggiungere è l’inserimento della biga di Monteleone di Spoleto nell’elenco dei beni illecitamente sottratti, la Banca Dati ad uso del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Carabinieri per il quale era presente alla serata il Maggiore Paolo Salvatori, Comandante della sezione archeologia del Reparto Operativo; ciò sancirebbe l’illecito possesso da parte del Metropolitan della biga, al quale potrebbero seguire azioni sia diplomatiche, sia legali per il rientro del bene in Italia.

Ma chi è Grace? E che c’entra un anello? E’ grazie al contributo del direttore del Museo Etrusco di Villa Giulia, Valentino Nizzo, che Grace Filder, una contessa inglese vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900 entra, suo malgrado, nella saga della biga: tra le pagine di un libro del 1927 che racchiude racconti di carattere esoterico, emerge la biografia di Grace che parla della biga e delle sue vicissitudini e di un anello, che, probabilmente è sepolto con lei, acquistato nel 1918 e appartenuto al Capitano etrusco della cui sepoltura faceva parte la splendida biga che riporta, realizzate a sbalzo scene della vita dell’eroe greco Achille.

Come nelle migliori produzioni il pubblico è rapito, il “tifo” è alle stelle, i buoni devono avere giustizia e a noi non resta che attendere… le prossime puntate!

Benedetta Tintillini

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