La Lipu pubblica oggi fotografie e il video relative all’Operazione Pettirosso, condotta nelle scorse settimane dai Carabinieri forestali e coordinata dal Reparto operativo Soarda e dal Raggruppamento Carabinieri Cites in sinergia coi Carabinieri forestali di Brescia, Mantova e Bergamo.
All’operazione, volta a contrastare l’uccellagione a danno degli uccelli migratori, hanno partecipato le guardie volontarie della Lipu guidate dal Commissario nazionale antibracconaggio dell’Associazione e da volontari di altre organizzazioni ambientaliste. Stremati dal lungo viaggio, gli uccelli migratori si concentrano lungo i valichi montani dove però li attendono le trappole dei bracconieri, dove muoiono a migliaia. Come accertato durante l’operazione Pettirosso, gli atti di bracconaggio sono stati in gran parte commessi da cacciatori con regolare licenza di caccia.
Il volo migratorio di migliaia di piccoli uccelli selvatici, tra cui pettirossi, tordi, pispole e crocieri, si è fermato tragicamente nelle trappole piazzate dai bracconieri nelle prealpi lombardo-venete, che si conferma il più rilevante e impegnativo tra i sette “black spot” individuati dal Piano nazionale antibracconaggio.
I numeri dell’operazione Pettirosso
Notevoli i risultati conseguiti, con 139 persone denunciate per reati contro gli uccelli selvatici, un arresto per detenzione di arma clandestina e 3.336 uccelli sequestrati di cui 884 esemplari vivi e 2.452 morti, tra i quali molte specie non cacciabili e particolarmente protette dalle leggi, catturati o uccisi in modo illegale. Tra il materiale sequestrato anche 673 dispositivi illegali per la cattura degli uccelli, nonché 99 fucili e 5294 munizioni.
Nel mantovano, nell’abitazione di un denunciato, sono stati trovati 500 uccelli congelati e spiumati, numerose allodole vive con anello contraffatto e 2380 munizioni.
Nel bresciano è stato eseguito un arresto per detenzione di arma clandestina, il sequestro di 800 cartucce e decine di uccelli uccisi illegalmente. Mentre durante i controlli nei ristoranti sono stati trovati in due di questi 300 esemplari, parte dei quali in cottura per la preparazione di piatti come “polenta e osei” ed altri spiumati e congelati.
Nel bergamasco, infine, una persona deteneva 25 esemplari di specie particolarmente protette e 216 di specie cacciabili con alle zampe anelli identificativi contraffatti.
“I numeri dell’Operazione Pettirosso confermano ancora una volta la gravità dell’emergenza bracconaggio nel bresciano e in alcune province limitrofe – dichiara Aldo Verner, presidente della Lipu – Un ringraziamento va ai Carabinieri forestali per la professionalità dimostrata e alle nostre guardie volontarie, che con la loro passione e competenza hanno facilitato le operazioni di riconoscimento delle specie e delle illegalità riscontrate.
“Alla luce di quanto emerso – conclude il presidente della Lipu – si conferma l’urgenza di intervenire sull’apparato normativo e gli strumenti di controllo del territorio, e per questo nei prossimi giorni assumeremo iniziative affinché il Piano antibracconaggio, che interviene in questa zona e in altri sei hot spot italiani, possa finalmente essere pienamente operativo. In un modo o nell’altro queste pratiche criminali illegali devono avere fine”.