Torna a Spoleto la Budapest Festival Orchestra: la residenza si apre venerdì 24 giugno alle ore 19:30 con il grande concerto inaugurale in Piazza Duomo diretto da Iván Fischer e continua fino a domenica 26 giugno con tre concerti di mezzogiorno e due pomeridiani al Teatro Caio Melisso. I musicisti della Budapest Festival Orchestra hanno in serbo ancora un’esibizione speciale per Spoleto, da scoprire in Piazza del Mercato sabato 25 e domenica 26 giugno alle ore 22.
L’oratorio di Philip Glass The Passion of Ramakrishna, eseguito per la prima volta in Europa, apre il concerto e inaugura il Festival: una produzione di grande dimensione e di grande impatto a cui partecipano 85 musicisti dell’Orchestra di Budapest e 80 coristi dell’Accademia di Santa Cecilia, seconda compagine in residenza al Festival.
I concerti di mezzogiorno, al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi dal 24 al 26 giugno, omaggiano Gian Carlo Menotti con l’esecuzione della nuova trascrizione per voce ed ensemble, commissionata al compositore Orazio Sciortino, dei Canti della lontananza – la raccolta di sette poesie scritte e musicate dal Maestro dei Due Mondi con la direzione di Francesco Bossaglia. Ne sono interpreti i musicisti della Budapest Festival Orchestra con il soprano Giulia Peri in un programma che accosta lavori di musica contemporanea da diversi mondi: Firefly Elegy del compositore israeliano Gilad Cohen, Thrush Song dell’italo-americana Paola Prestini, And then I knew ‘twas Wind del giapponese Tōru Takemitsu.
Di particolare interesse La Senna festeggiante di Antonio Vivaldi per tre voci e strumenti, in programma sabato 25 e domenica 26 giugno al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi alle ore 17. La musica rievoca l’atmosfera della società aristocratica veneziana di inizio ’700, con i suoi ricevimenti all’aperto e in maschera cui spesso erano invitati ambasciatori e ospiti stranieri, la Serenata celebra la Francia ed è dedicata a Re Luigi XV: nel libretto i personaggi dell’Età dell’oro e della Virtù trovano conforto presso la Senna. Questo capolavoro del repertorio barocco, a metà tra forma scenica e concertante, stupisce ancora oggi per la varietà di stili, forme, ed espressioni delle sue Arie.
Formata dai migliori solisti ungheresi, in meno di 25 anni la BFO si è posizionata tra le prime dieci orchestre al mondo. I suoi musicisti si distinguono per interessi e intraprendenza – dal repertorio storico alla musica popolare del Centro ed Est Europa.
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