di Simone Morini
Il Perugia, attualmente sesto a sette giornate dalla fine del torneo, è chiamato a dare un segnale forte di cambiamento nella gara interna di lunedì contro l’Ascoli, forse addirittura, si potrebbe dire, a battere un colpo. Proprio così, perché degli ultimi 180 minuti del Grifo c’è da salvare circa una mezz’ora. Difficoltà a gestire il vantaggio (vedi Perugia-Pisa), poca attitudine alla reazione quando l’incontro comincia in salita (vedi Trapani-Perugia) si sono riproposte come già in altri frangenti del campionato; questa volta però unite a tanti minuti di gioco scialbo e non propositivo, elemento questo molto meno frequente nel campionato dei biancorossi.
Non sono certo due partite, per quanto consecutive, a gettare ombre su un campionato più che soddisfacente per i grifoni; ma, andando a ritroso, forse fatta salva la sfida vinta con il Vicenza, bisogna tornare al “partitone” con il Benevento per vedere un Perugia in grado di giocarsela con tutte le migliori, nessuna esclusa. Il dubbio di una lieve flessione fisica e mentale è dunque lecito, alla luce delle ultime uscite dei grifoni. Flessione che sarebbe quanto mai inopportuna, nel momento in cui il Perugia deve solo riscuotere i frutti di un torneo che ha offerto bel gioco e risultati; il tutto unito, semmai, a qualche disillusione nei momenti cruciali del campionato, quelli in cui c’era da confermare un definitivo salto di qualità o, per essere chiari, si potevano riprendere le pretendenti alla promozione diretta.
Il treno per i playoff è lì davanti, ma se si guarda la classifica e le squadre che incalzano il Perugia – soprattutto Bari e Spezia – è necessario un ultimo sforzo per staccare il biglietto di presenza, e non relegare nell’anonimato una stagione che ha regalato emozioni e momenti preziosi di calcio. Detto in altri termini, sono necessari almeno dieci punti in queste ultime sette partite, quelli che possono venire da tre vittorie ed un pareggio. Gli attuali 52 punti del Perugia in realtà tengono vive anche altre speranze; ne aveva 53 il Perugia di Camplone a questo punto del campionato quando chiuse sesto a 66 punti.
Insomma, messe da parte Spal, Frosinone e Verona, per motivi di classifica e non solo, la bagarre finale per i playoff comincia adesso. Si può dire che è tutta raccolta in sette punti; e se Spezia, Bari, Entella e Carpi possono mettere qualche apprensione dalle retrovie, Cittadella e Benevento (ora davanti al Grifo) non sono ancora in fuga. Quindi tutto da giocare, ma anche molto da resettare, per i grifoni, in questo finale di campionato fatto di luci ed ombre. Un finale che richiede un ultimo colpo di reni, per non disperdere quanto fatto in 35 giornate, ventinove delle quali passate in zona playoff, collezionando solamente sette sconfitte, come hanno fatto solo Spal e Frosinone.
L’ostacolo questa volta sarà l’Ascoli di Aglietti. I marchigiani, reduci dal pareggio interno con il Frosinone, sono ora due punti sopra la zona playout. Hanno realizzato 39 reti nel corso del campionato (undici quelle del terminale offensivo Cacia), ne hanno subite 46. In trasferta hanno uno score di 4 vittorie, 7 pareggi, 7 sconfitte.
Il Perugia deve ritrovare il suo equilibrio mentale e fisico, forse anche tattico. Per il resto c’è solo da non mollare proprio ora, in vista del traguardo.