Il Castello di Alviano, costruito nel Rinascimento e dimora di Bartolomeo d’Alviano nella seconda metà del ‘400, è attualmente interessato da lavori per la realizzazione di una copertura del Chiostro interno con una tensostruttura tessile, rimovibile, di plastica trasparente a forma di impluvium collegato al pozzo monumentale che insiste sul lato sinistro rispetto all’ingresso. Tali lavori, per un importo di 110.000 Euro, sarebbero dovuti cominciare il 5 dicembre scorso e concludersi in 56 giorni effettivi, ad opera della ditta Ciorba Srl di Viterbo. L’intervento viene motivato dal Comune di Alviano, proprietario del Castello, con l’esigenza di aumentare gli spazi fruibile per eventi culturali.
La sezione di Italia Nostra Amelia ha ricevuto varie segnalazioni e perplessità da parte di residenti di Alviano sull’opportunità di questa copertura, a seguito delle quali ha inviato una richiesta di chiarimenti alla Soprintendenza ABAP dell’Umbria e al Comune di Alviano, in particolare al RUP del procedimento, che ha prontamente risposto che “ la copertura … non snatura le linee del chiostro e non comporta alcun tipo di impatto, trattandosi di una struttura leggera, trasparente e amovibile, già sperimentata in ambiti di grande pregio” che permette inoltre “di definire una adeguata regimazione delle acque meteoriche, anche queste fonte delle azioni di degrado”.
Nel ringraziare il RUP e l’Amministrazione Comunale per la pronta risposta, Italia Nostra rileva però che nulla è stato invece chiarito sull’operatività della struttura o spiegato se verrà smontata durante il periodo estivo. Infine, ci si chiede se i previsti lavori di consolidamento del Castello, finanziati per 1.900.000 Euro con l’ordinanza del Commissario per la ricostruzione Legnini del 13-12-2022, di cui è in corso l’affidamento del Progetto di Fattibilità Tecnico ed Economico definitivo, non possano ovviare, in modo più tradizionale ma anche più duraturo di una copertura in plastica, ai problemi di impermeabilizzazione e regimentazione delle acque piovane.
Le perplessità maggiori, però, riguardano la valorizzazione del Castello stesso. Infatti, la proposta copertura è stata anche utilizzata a Roma nel Chiostro del Bramante, che presenta caratteristiche molto simili al chiostro del Castello di Alviano. In quel caso è evidente che la copertura del chiostro rispondeva a necessità di aumentare lo spazio disponibile per le tante mostre di un riconosciuto polo culturale della capitale, con un suo numeroso pubblico. Non si può dire lo stesso del Castello di Alviano. Le manifestazioni culturali sono rare e la fruibilità limitata: tutto ciò, ad avviso di Italia Nostra, non giustifica l’intervento. Per rendere maggiormente fruibile e quindi creare un potenziale polo attrattivo per il territorio non c’è bisogno di coprire il chiostro. Bisognerebbe curare invece gli spazi interni dei saloni esistenti, alcuni dei quali, al piano di ingresso e affrescati, sono addirittura utilizzati a deposito. Gli affreschi delle sale espositive sono molto deteriorati, con interventi di risarcitura degli intonaci realizzati male: in sostanza, l’intera struttura versa in condizioni di scarsa manutenzione e valorizzazione.
Manca soprattutto un programma culturale valido, che non può essere elaborato dai soli Comune di Alviano e dalla cooperativa Innovative Multiservice, che gestisce l’apertura del Castello. Il programma di una struttura del genere, che gode anche di una posizione vantaggiosa in quanto facilmente raggiungibile dal casello autostradale di Attigliano, dovrebbe essere elaborato trovando sinergie e facendo rete con gli altri operatori del circuito turistico-culturale dell’Umbria meridionale e del viterbese. Per esempio, in questi giorni è stato terminato il restauro del Castello di Giove, di proprietà privata ma finanziato con significative risorse pubbliche: quale migliore occasione per dialogare tra le due strutture ed elaborare un programma di eventi condivisi. Ricordiamo anche che di fronte ad Alviano, sul versante viterbese della valle del Tevere, esiste il Sacro Bosco di Bomarzo, gettonatissimo nei fine settimana dai turisti. Perfino un paese fantasma, abbandonato e sconosciuto, Sant’Angelo di Roccalvecce, in provincia di Viterbo, a poche decine di km da Alviano, è stato trasformato e valorizzato in quello che ormai è noto come il “Paese delle Fiabe”.
L’Italia è piena di edifici di grandissimo valore culturale, spesso vuoti e inutilizzati, che pesano sulle casse dello Stato per la loro manutenzione e non sono valorizzati con eventi culturali che pure troverebbero un loro pubblico. Italia Nostra è convinta che puntando con decisione su una programmazione culturale di un certo spessore si potrebbe innescare un volano di riscatto per Alviano e il suo territorio, custode di un patrimonio culturale di grande rilevanza paesaggistica.
Italia Nostra propone quindi all’Amministrazione Comunale di Alviano di indire un momento di dibattito pubblico per illustrare ed esaminare le tante questioni, cercando insieme alla cittadinanza il miglior modo per garantire un futuro culturale al Castello di Alviano.