Dimissioni di massa in Italia, i dati dell’Inps: la procedura per lasciare il lavoro

dimissioni

Il periodo della pandemia ha cambiato le carte in tavola, modificando le abitudini degli italiani e le prospettive degli individui. Non a caso, negli ultimi anni è stato registrato un vero e proprio boom di dimissioni, legate alla volontà di cambiare lavoro e di trovare una soluzione professionale più in linea con le nuove esigenze. A questo proposito, ci sono alcuni passi importanti da compiere prima di dare le dimissioni da un lavoro in Italia. Oggi scopriremo proprio queste procedure, partendo però da un approfondimento sui dati comunicati dall’Inps.

Dimissioni di massa in Italia: i dati dell’Inps

Nei primi sei mesi del 2022 l’Italia ha messo a registro un record per quel che riguarda le dimissioni, come detto spinte dalla pandemia. In base ai dati comunicati dall’Inps, si parla di un incremento del 22% rispetto all’anno precedente, con un totale di oltre 1 milione di dimissioni (con un aumento di circa 110 mila unità). In realtà, come spiegano gli esperti, questo dato deve tener conto di tutte le dimissioni già programmate ma rimandate dal 2020, a causa dell’arrivo della pandemia.

Un altro dato interessante è il seguente: se si considerano le nuove assunzioni, il saldo è positivo, visto che negli ultimi sei mesi si è arrivati a +946 mila nuovi contratti. Occorre inoltre un approfondimento sui motivi che spingono gli italiani a chiedere le dimissioni volontariamente. In primo luogo, l’aver “scoperto” lo smart working: grazie alla pandemia, molti lavoratori si sono affezionati ai vantaggi del lavoro da remoto, e ora cercano delle opportunità professionali che seguano la stessa linea. C’è anche una motivazione economica dietro: lo smart working consente di lavorare in città dove si spende poco per vivere, ma senza rinunciare a contratti e introiti di alto livello.

Come dare le dimissioni volontarie: la procedura

Da quando è stato introdotto il Jobs Act, le dimissioni per legge devono essere date tramite il digitale, dunque per via telematica, utilizzando il proprio SPID o il CIE. In sintesi, è possibile farlo da soli o (preferibilmente) appoggiarsi ad enti di supporto come i CAF. Non cambiano però le regole base delle dimissioni volontarie: si parla soprattutto della necessità di dare un preavviso, se non si vuole perdere una parte del proprio stipendio.

Inoltre, il proprio licenziamento deve essere accompagnato da un documento formale. Sul web è possibile trovare alcuni portali specializzati che forniscono validi esempi di lettera di dimissioni, con annessi consigli per spiegare le proprie ragioni alla base di questa decisione. Va però specificato che esistono alcune categorie esentate dall’obbligo della presentazione telematica della richiesta, come ad esempio le colf, le badanti e gli impiegati pubblici, oltre ai rapporti di lavoro marittimo.

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