“Diritti a Todi”
Human Rights International Film Festival
27 ottobre – 1° novembre 2015
Focus sui diritti umani nel mondo attraverso la proiezione di documentari, corti e film provenienti da tutto il mondo.
Siria senza pace, India senz’acqua, Beirut senza corrente, Sardegna senza lavoro, Palestina senza futuro. Conflitti da prima pagina o trascurati dai media, narrati attraverso storie esemplari di persone comuni: il profugo, l’omosessuale, il detenuto, l’adolescente. Privazioni, lotte, sofferenze e aspirazioni raccolte in ogni continente. Con 10 lungometraggi e 30 “corti”, scelti tra oltre duemila proposte, nell’orizzonte del documentario d’autore irrompe Diritti a Todi. Human Rights International Film Festival. Dal 27 ottobre al 1° novembre proiezioni, spettacoli, convegni, mostre fanno dell’Umbria (e di uno dei suoi gioielli più noti) uno schermo speciale per riflettere sui diritti umani e per conoscere la cinematografia che ne descrive le nuove sfide e i drammi dimenticati. In luoghi suggestivi, dal Tempio di Santa Maria della Consolazione alla Sala del Capitano del Popolo, i registi incontreranno il pubblico, studiosi e organizzazioni impegnate in prima linea su quella frontiera, nell’arco di sei giornate dense di appuntamenti e di “première” (una nazionale, una europea e una mondiale). Alle opere in concorso si affiancano infatti due focus con titoli provenienti dall’Argentina e dall’Iran, cinque film-evento italiani e una rassegna presentata dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod), la cui collaborazione è un altro dei motivi d’orgoglio di questa prima edizione.
I promotori del Festival Diritti a Todi − Teatri di Nina, Demetra Produzioni, Own Air − hanno saputo mettere in fila il sostegno o il patrocinio del Comune di Todi, della Regione, dell’Università statale di Perugia, dell’Associazione dei giovani produttori cinematografici indipendenti (Agpci) e innanzi tutto di Amnesty International. Sotto le cui insegne sabato 31 si svolgerà un forum sul «fallimento dell’Europa nella gestione dei flussi migratori», a quale interverranno rappresentanti delle istituzioni europee e del ministero dell’Interno, analisti, operatori dell’accoglienza. Tra gli ospiti che si alterneranno al festival spiccano lo scrittore Bijan Zarmandili e don Mussie Zerai, il missionario candidato al Nobel per la pace. Atteso anche il regista Bernardo Bertolucci. Mercoledì 28 un gesto di speranza contro ogni discriminazione: cittadini e turisti saranno invitati a stringersi in un abbraccio attorno al monumento simbolo di Todi, la Consolazione.
Otto i premi da assegnare durante il Festival Diritti a Todi: il miglior documentario e il miglior cortometraggio, il premio Agpci, i due premi della giuria di studenti, il premio del Centro studi americanisti “Circolo Amerindiano”, il premio di Amnesty International e il premio dell’Aamod. Le giurie ufficiali sono guidate da Mimmo Calopresti (lungometraggi) e da Francesca Fornario (corti), il comitato scientifico è affidato a Ritanna Armeni. Le proiezioni si fanno al cinema Jacopone e al Palazzo del Vignola. I film italiani saranno sottotitolati in inglese, quelli stranieri in italiano. Al tandem di direttori artistici, Antonio Bellia e Francesco Cordio, va il merito di aver realizzato con poche risorse e molta passione l’ambizioso progetto. Ecco il cartellone:
Lungometraggi in concorso Cinque sono di autori italiani: Internat di Maurilio Mangano è stato girato tra un gruppo di famiglie abkaze fuggite durante la guerra civile in Georgia; A tempo debito di Christian Cinetto dà voce a quindici carcerati, reclusi a Padova, di sette etnie; Lost citiziens di Sebastiana e Carla Etzo testimonia la dura crisi nella terra del Sulcis-Iglesiente; Un giorno a Wamba di Francesco Mansutti e Vinicio Stefanello ci porta in un villaggio congolese; Lucciole per lanterne di Stefano e Mario Martone illustra le battaglie delle donne che si oppongono alla costruzione di cinque grandi dighe nella Patagonia cilena. Four become parents di Eva Maschke, in prima mondiale, viene dalla Germania e indaga il desiderio di avere figli delle coppie omosessuali. Excision di Victoria Vellopoulou, una produzione greca, denuncia le mutilazioni genitali femminili in Kenia. Burning from the inside di Marsia Tzivara, in prima nazionale, ricostruisce l’ascesa ad Atene del partito neonazista Alba Dorata, vista dagli emigrati a Berlino. Lo spagnolo A tiro de piedra de la carcel di Raquel Castells, in prima euorpea, ritrae tre adolescenti palestinesi dei Territori Occupati. The Érpatak model di Benny Brunner viene dall’Olanda e svela l’autoritarismo con cui l’ungherese Mihály Zoltán Oros amministra la sua città.
Cortometraggi in concorso Cinque sono di registi italiani (La valigia, Oltre la linea – Più veloce, Stonewall, Ritornello d’amore, Il signore è servito), quattro prodotti in Spagna, due in Olanda, cinque sono coproduzioni e gli altri arrivano da Siria, Libano, Egitto, Congo, Brasile, India, Danimarca, Grecia, Kosovo, Francia, Svizzera, Russia, Ucraina. Dodici dei trenta titoli in gara sono di fiction, dieci d’animazione.
Focus Argentina In collaborazione con il Festival del cinema dei diritti umani di Buenos Aires saranno proiettati fuori concorso tre lungometraggi fiction (Infancia clandestina, Los del suelo, Talleres clandestinos), il corto Invisible e due corti d’animazione (Marcela, El empleo).
Focus Iran Nove i titoli: Our home (new media), Ants apartment, My sister’s photo, Extreme, Steel nameplate, More than two hours (tutti di fiction), Tears e Junk girl (d’animazione) e il documentario Child labour.
Proiezioni speciali Martedì 27 Buongiorno Taranto di Paolo Pisanelli: veleni e lotte all’ombra del maggior stabilimento siderurgico d’Europa. Mercoledì 27 Primo giorno di Dio di Gualtiero Pierce: bimbi cattolici, ebrei, musulmani e l’insegnamento della fede. Giovedì 29 Frammenti di libertà di Alessandro Marinelli: la squadra di calcio di ex detenuti, immigrati, rifugiati e studenti. Venerdì 30 Ciò che mi nutre mi distrugge di Raffaele Brunetti e Ilaria De Laurentiis: quattro pazienti in cura per disturbi dell’alimentazione. Sabato 31 Behind the label di Cecilia Mastrantonio e Sebastiano Tecchio: cosa c’è dietro la diffusione di piante geneticamente modificate nella coltivazione del cotone in India. Queste cinque proiezioni verranno seguite da incontri con gli autori e con docenti, autorità religiose, comitati.
Altre proiezioni fuori concorso Young Syrian lenses. Media activists in Aleppo, girato sul campo di guerra dopo quattro anni di conflitto, è firmato da Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti. Taxi Teheran, premiato con l’Orso d’oro a Berlino, ha visto l’autore Jafar Panahi condannato per propaganda antislamica.
Rassegna Aamod L’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico porta Sequenze dal G8, di Silvia Savorelli, antologia delle riprese effettuate nel luglio 2001 a Genova; Tire Dié di Fermando Birri, uscito nel 1960, primo lavoro di denuncia sociale della cinematografia argentina; 4 stelle hotel, web-doc dedicato all’occupazione di un albergo romano da parte di cinquecento persone giunte da una ventina di nazioni; Patria di Felice Farina, ispirato al libro omonimo di Enrico Deaglio, protagonista Francesco Pannofino, sul riscatto di un operaio licenziato dalla fabbrica.
Giurie Lungometraggi: Mimmo Calopresti (presidente), Desideria Rayner, Boris Sollazzo, Paolo Bruno, Federico Pommier Vincelli. Corti: Francesca Fornario (presidente), Paolo Briguglia, Giovanni Scifoni. Coordinatore della giuria di trenta studenti Francesco Del Grosso. Comitato scientifico: Ritanna Armeni (presidente), Riccardo Noury, Marco Sappino.
Amnesty International Quattrocentomila persone in fuga verso l’Europa nei primi otto mesi del 2015, tremila che pagano con la vita la loro disperazione. Nella Sala del Capitano del Popolo, dalle 11 alle 17 del 31 ottobre, si ragiona sulle contraddizioni della Fortezza Europa, per garantire percorsi legali e sicuri a chi fugge da guerre, persecuzioni e fame e arricchire di nuova linfa i nostri Paesi. Al microfono, tra gli altri, il direttore generale di Amnesty International Italia Gianni Rufini, rappresentanti del Viminale e della Difesa, il sindaco di Todi Carlo Rossini e Salvatore Fachile, Mussie Zerai, Anton Giulio Lana, Elena Ambrosetti e Vittorio Longhi.
Mostre Nelle sale di Palazzo del Vignola, Ugo Levita espone le sue tele fantastiche e visionarie, tra cui Trittico per i diritti umani e Ninna Nanna, mentre i maestri di scultura e ceramiche Auro e Celso Ceccobelli portano installazioni e il documentario Perdita di qualità, perdita d’identità. Cinque, in altrettante sedi, le esposizioni fotografiche: da Castel Volturno Good News Bible di Gianmaria Capuano (cinema Jacopone), dalle Filippine Smokey Mountain di Mario Santoro (chiesa dei santi Filippo e Giacomo), dal fronte degli sbarchi I migranti a rischio nel Mediterraneo di Giles Clarke (alla Sala Affrescata), dal Marocco Una fotografia, un giorno, un diritto di Zouhair Bellahmar (Spazio Unu) e il reportage Waria: being a different Muslim di Fulvio Bugani, vincitore del World Press Photo 2015 (Biblioteca comunale).
Spettacoli L’attore e artista Giorgio Crisafi, ispirandosi a Victor Hugo, mette in scena lo spettacolo teatrale L’ultimo giorno di un condannato a morte (sabato 31, alle 18.30, aula penale del Palazzo dei Priori).
Libri Quattro in primo piano: Srebrenica, la giustizia negata di Luca Leone e Riccardo Noury, reportage nel dopoguerra bosniaco e in una delle pagine più cupe del Novecento europeo; Riccardo Magherini: raccontate la mia storia di Matteo Calì, con i famigliari del quarantenne fiorentino morto nel marzo 2014 mentre veniva arrestato per strada; Memorie del Calabozo. 13 anni sottoterra di Mauricio Rosencof ed Eleuterio Fernández Huidobro e Oblivion di Edda Fabbri, resoconti sugli anni della dittatura militare in Uruguay. Libri viventi sarà invece la testimonianza in prima persona, nella cornice di Piazza del Popolo, di attivisti dei movimenti lgtbti.