Bella rivincita per chi viene accusato di fare troppe foto, perdendo tempo per godersi i momenti veri della vita. Una ricerca pubblicata dall’American Psychological Association suggerisce che le persone ‘fissate’ con la necessità di scattare immagini di tutte le loro esperienze si godono di più questi eventi, rispetto a chi non lo fa e preferisce lasciare telefonino o macchina fotografica solo alle ricorrenze ‘comandate’.
“Per quanto a nostra conoscenza, è il primo studio a esaminare questo tema – scrivono gli autori Kristin Diehl della University of Southern California, Zauberman Gal della Yale University e Alixandra Barasch della University of Pennsylvania -. E abbiamo dimostrato che la fotografia può aumentare il godimento delle esperienze positive, perché aumenta il livello di impegno che si mette in quell’occasione”.
Nello studio, pubblicato sul ‘Journal of Personality and Social Psychology’, Diehl e colleghi hanno delineato una serie di 9 esperimenti che hanno coinvolto oltre 2.000 partecipanti. Tutti i test sono stati progettati per esaminare l’effetto dello scattare fotografie sul godimento delle attività di vita delle persone. “Un fattore chiave nel considerare quanto una persona è soddisfatta di una situazione è misurare il suo livello di impegno”, scrivono gli autori. Ad esempio, in un esperimento, ai volontari è stato chiesto di prendere parte a una visita auto-guidata di una mostra in un museo, mentre indossavano degli occhiali che monitoravano i loro movimenti oculari. I ricercatori hanno scoperto che coloro che hanno foto più spesso erano anche quelli che esaminavano i reperti museali più a lungo rispetto a quelli che, semplicemente, osservavano la mostra.
In alcune condizioni, però, lo ‘scatto’ non ha un effetto positivo: si tratta delle situazioni in cui è necessario attivarsi fisicamente, come quando si partecipa a un progetto di arti e mestieri. Il fatto di fotografare la situazione interferisce con l’esperienza stessa, intralciandone la riuscita.