Un eccezionale Gino Paoli incanta il teatro Morlacchi che gli dedica in finale una standing ovation lunghissima, che commuove l’artista stesso, arrivato in un festival come Umbria Jazz sicuramente non abituato alle sue sonorità.
Gino Paoli è interprete raffinato e una icona della musica italiana, il concerto si apre con piccole canzoni ‘essenziali’ senza ritornelli, completamente fuori dagli schemi. Poi un’intervista sul palco dove Gino Paoli ricorda i suoi amici di sempre, ormai scomparsi, che insieme a lui hanno rappresentato una vera e propria scuola di cantautorato, ormai designata come la scuola genovese, della quale facevano parte interpreti del calibro di Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè, Alberto Bindi, Sergio Endrigo e Bruno Lauzi, tutti della scuola di cantautori genovesi degli anni sessanta.
Nella terza parte spazio al suo repertorio sicuramente il momento più magico del concerto, dove la parole riescono ad emozionare a far emergere ricordi. “La gatta” apre e “Ti lascio una canzone” chiude, in mezzo tante parole, dolci, d’amore, quelle che fanno bene al cuore che raccontano 83 di vita e di musica d’autore italiana come, una su tutte, “Il cielo in una stanza”.
Umbria Jazz 2019 conferma la sua immensa apertura e duttilità rispetto ai generi più variegati e ad un pubblico che non la tradisce mai, neanche sotto i temporali.
Gli appuntamenti proseguono con un fuoco di fila di concerti, sia gratuiti che a pagamento, che coinvolgono tutta la città, dagli stadi agli angoli di strada. Consulta il programma completo QUI
Donatella Binaglia