Case, strade, ponti, fattorie, torri, mezzi di trasporto, uomini e animali. Mondi reali e mondi immaginari nascono dalla combinazione di mattoncini colorati e altre costruzioni giocattolo per dare vita ad una tappa imprescindibile nello sviluppo della creatività di un bambino. A questo particolare universo tra fantasia e realtà è dedicata la mostra “Le città di plastica”, dall’8 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017 presso il Museo della Città e la Biblioteca comunale “Madonna del Ponte” di Passaggio di Bettona. La mostra è ideata da Sistema Museo e Museo del Giocattolo di Perugia, in collaborazione con il Comune di Bettona.
L’inaugurazione della mostra e la cerimonia di riapertura della Biblioteca comunale si terranno mercoledì 7 dicembre alle ore 17, con il saluto del sindaco Lamberto Marcantonini. Seguirà il concerto dell’Orchestra Giovanile Bela Bartok della Scuola di musica “La Maggiore” di Perugia, con la direzione e arrangiamenti di Francesco Ciarfuglia. Parteciperanno all’esecuzione gli allievi della classe I° B della Scuola Secondaria di Bettona, con la direzione di Mosé Chiavoni.
L’esposizione è pensata per essere uno stimolante e colorato viaggio nella storia di questo gioco; si potranno, infatti, ammirare diverse tipologie di costruzioni e di altri giochi ad esse correlati, ognuna risalente ad un determinato periodo: dalle prime scatole della fine dell’800, con pezzi interamente realizzati in legno e rigorosamente a mano, ai più moderni pezzi in ferro e acciaio, fino alle recenti costruzioni industriali in plastica.
In questo variegato itinerario storico la moltiplicazione dei materiali utilizzati per produrre costruzioni e giocattoli, l’accresciuta complessità e varietà delle proposte in commercio rispetto al passato sono lo specchio fedele dei cambiamenti che si sono susseguiti nella cultura e nel costume degli ultimi decenni; la nostra società si evolve e cambia di conseguenza il modo di rappresentarla. E così che, ad esempio, la rappresentazione-giocattolo della vita familiare negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso (il periodo del cosiddetto boom economico) riflette la crescente modernizzazione del paese con l’ingresso massiccio nelle case dei primi elettrodomestici, mentre la transizione definitiva da una società prettamente agricola ad una industriale è documentata da tutta una serie di giochi sempre più realistici che testimoniano, invece, il fenomeno dell’inurbamento massiccio a danno delle campagne. Gru, camion, trattori, treni, aerei, automobili sono i nuovi simboli che caratterizzano la costruzione e l’espansione delle città.
La reclamizzazione di massa dei nuovi giocattoli (che avviene oramai prevalentemente tramite lo straordinario media della televisione) e la produzione di costruzioni sempre più su scala industriale, possono far nascere per la prima volta intere città-giocattolo, oramai quasi non più di legno ma di plastica. Le costruzioni mutano e nel tempo si fanno più complesse, ma ciò che invece rimane invariato è il piacere e il bisogno di creare e costruire con la forza dell’immaginazione sin da piccolissimi.
“Le città di plastica” non potrà che affascinare grandi e piccoli, innescando un meccanismo virtuoso nel quale i grandi torneranno inevitabilmente un po’ bambini, e i piccoli inevitabilmente si immagineranno da grandi.