Il Governo italiano, come gli altri Stati membri della UE, ha già ricevuto la Decisione di esecuzione (UE) 2022/484 della Commissione Europea, del 23 marzo, che autorizza l’attuazione delle deroghe alle regole del Greening con lo scopo di aumentare la produzione agricola a seguito degli effetti della guerra in Ucraina, in particolare per le semine primaverili di mais e girasole.
La Commissione Europea, con questa decisione, concede agli Stati Membri di poter autorizzare sia l’utilizzo dei prodotti fitosanitari sulle colture sia la riconversione a seminativo delle aree a risposo designate come aree d’interesse ecologico (EFA) per soddisfare le norme dell’inverdimento, introdotte nel 2014 dalla Politica Agricola Comune al fine di diminuire gli impatti dell’agricoltura europea su clima e biodiversità.
Per questo motivo, Lipu e WWF hanno inviato, oggi, una lettera ai Ministeri Agricoltura e Transizione Ecologica per esprimere preoccupazione rispetto alle ricadute che tali deroghe potranno avere sulla biodiversità, in particolare nelle aree più delicate del nostro Paese come i siti della rete Natura 2000, soprattutto nella stagione primaverile che è senz’altro il periodo più sensibile per gli uccelli degli agroecosistemi e per la fioritura delle specie floristiche e la riproduzione degli insetti utili, come gli impollinatori selvatici.
Le Associazioni ambientaliste hanno richiesto ai due Ministeri garanzie sull’attuazione delle deroghe rispettando le raccomandazioni della Commissione Europea contenute nel documento inviato agli Stati membri, che specifica infatti che “nel decidere in merito all’applicazione delle deroghe gli Stati membri dovrebbero tenere debito conto degli obiettivi delle pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente e, in particolare, della necessità di una protezione sufficiente della qualità del suolo e della qualità delle risorse naturali e della biodiversità, soprattutto durante i periodi più sensibili per la fioritura e la nidificazione degli uccelli.”
Considerato ciò, LIPU e WWF chiedono che all’interno dei siti Natura 2000 non venga concessa nessuna deroga, al fine di escludere impatti a specie ed habitat d’interesse comunitario nel periodo della riproduzione primaverile.
L’applicazione delle deroghe nelle superfici ricadenti nei siti Natura 2000 non contribuirebbe, infatti, in modo significativo all’aumento della produzione agricola del nostro paese, mentre l’eliminazione delle misure a tutela della biodiversità determinerebbe sicuramente impatti negativi su specie già in cattivo stato di conservazione, come dimostrano i dati sull’andamento negativo delle popolazioni degli uccelli negli agroecosistemi, la cui mancata riproduzione, anche per un solo anno, aggraverebbe molto la situazione.
LIPU e WWF ricordano il recente inserimento della tutela dell’ambiente e della biodiversità nella nostra Costituzione, in particolare nell’art. 41 che specifica: “l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente”.
L’obiettivo dell’aumento della produzione agricola non può pertanto essere raggiunto a danno della natura.