Non serve andare lontano per scoprire luoghi incantevoli e pieni di storia: il negozio di artigianato delle Maioliche Nulli a Deruta è uno di questi, testimone di arte e di saper fare custodite nelle sapienti mani di Rolando e Goffredo.
A Deruta, la lunga teoria di botteghe laboratori si dipana lungo la via Tiberina come i grani di un Rosario. In questo borgo l’alto artigianato della ceramica è volano economico sin dal basso medioevo, momento a partire dal quale, il piccolo centro umbro, si è distinto in tutta Italia per la bellezza ed il pregio dei manufatti che qui venivano prodotti. Numerosi esempi posso essere ammirati nel Museo regionale della Ceramica di Deruta che, al suo interno, custodisce un’ampia panoramica di oggetti, ognuno dei quali racconta storie di uomini, di usanze e di vita quotidiana, legata alle stagioni della vita come a quelle dell’anno.
Tornando alla lunga teoria di botteghe che costella il lungo viale di accesso al centro, spicca, per la sua grazia architettonica, la palazzina storica dove è ubicata la bottega di Rolando e Goffredo Nulli, due fratelli che, più di trent’anni fa, decisero di dedicarsi totalmente alla produzione e vendita delle ceramiche artistiche.
Una breve scala a doppia rampa conduce alla porta d’ingresso, sormontata da un imponente altorilievo con l’effigie del mitico Grifo, molto fotografato dai tantissimi turisti stranieri che vengono a visitare il negozio – laboratorio anche perché, mi racconta orgoglioso Rolando, la loro attività è segnalata da decenni dalla celeberrima guida Lonely Planet che, proprio l’anno scorso, ha decretato l’Umbria unica meta italiana Best in Travel 2023.
I pezzi esposti all’interno spiccano per perizia nell’esecuzione e precisione nella pittura dei motivi classici della produzione derutese medievale e rinascimentale, ma non è “solo” questo che colpisce e affascina i visitatori: all’interno del laboratorio, infatti, a titolo totalmente gratuito, è possibile per chiunque cimentarsi nell’arte di creare con le proprie mani un oggetto in terracotta: ci si siede al tornio, si prende un panetto di creta e si comincia a modellare fino a far nascere, dal nulla, un piccolo “pezzo unico”.
Gli splendidi oggetti esposti sugli scaffali, infatti, vengono totalmente realizzati all’interno del laboratorio, prima creando la forma con la creta – guarda il video – che subirà una prima cottura (da qui il nome “terracotta”), per poi essere immersa in uno smalto liquido che costituirà il fondo sul quale, infine, verrà realizzato il decoro. Quest’ultimo verrà riportato sulla superficie con la tecnica dello spolvero (la stessa utilizzata per la realizzazione degli affreschi) che, grazie all’uso della polvere di carboncino, lascerà le linee del disegno che saranno poi completate con la fase della pittura vera e propria, al termine della quale, l’oggetto, subirà un’ulteriore cottura che renderà la superficie lucida e vetrificata, idonea agli usi quotidiani.
Libri d’arte si alternano agli oggetti sulle mensole, come a sottolineare ulteriormente come, questi ultimi, siano figli di luoghi dove la bellezza è diffusa, dove l’armonia detta l’estetica, dove natura ed elemento antropico si sono sempre compenetrati, fino a raggiungere una sintesi che, ora, possiamo solo continuare ad imitare.
Ma c’è un elemento in più che affascina e conquista gli avventori: il sorriso. Non c’è niente di meglio di un sorriso per sentirsi accolti ed essere messi a proprio agio, per passare momenti divertenti e indimenticabili, e per sentirsi a casa anche se si proviene da un altro emisfero.
Lo testimoniano le tante foto e lettere che giungono da ogni dove: il sorriso è un linguaggio universale, che rende questo luogo un luogo del cuore.
Benedetta Tintillini
In foto: piatto raffigurante la “Morte di San Francesco” di Giotto, affresco della Basilica Superiore di Assisi