Domenica 1 ottobre sarebbe dovuta essere la data di chiusura della splendida mostra dal titolo “Nero Perugino Burri”, ospitata a palazzo Baldeschi di Perugia. Fortunatamente prorogata fino al 07 gennaio 2024 al fine di offirire la possibilità, a un maggior numero di visitatori, di godere di questo sorprendente viaggio che avvicina due artisti del territorio Umbro; Perugino e Burri, seppur temporalmente distanti, vivono similitudini emozionali sorprendenti, proprio basate sul colore non colore: il Nero.
Un viaggio emozionale che fa dialogare due artisti tanto distanti quanto sublimi nelle loro opere.
L’idea geniale nasce, in occasione del Cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci, detto il Perugino, osservando un opera di proprietà della Fondazione Perugia: la “Madonna col Bambino e due cherubini”, una pregiata tavola conservata proprio nella collezione permanente della Fondazione.
La Vergine e il bambino si stagliano su uno sfondo completamente nero, permettendo agli incarnati e ai colori delle vesti di risaltare in un modo assolutamente innovativo per l’epoca.
Usato sapientemente dai protagonisti di questa esposizione, il nero rappresenta una grande innovazione per l’epoca del Perugino ed uno dei tratti più ricorrenti in Burri, Il Nero inteso come Buio che permette alla Luce di emergere, colore pieno di simbolismi, colore annientante e complesso da usare, capace di isolare forme e immagini, e che crea profondità.
Il piano nobile di palazzo Baldeschi, conosciuto per i suoi affreschi pregiati e il suo ricco e lussuoso styling, è stato completamente rivisto nelle sue luci e colori totalmente assenti che obbligano il visitatore ad un viaggio immersivo nel buio dove sensazioni e sensi si acuiscono.
Vedere questa mostra è stato strabiliante, l’accostamento che mi sembrava distorto ed impossibile mi ha sorpreso, felice della proroga non mediterò più di un attimo il pensiero di tornarci e vivere l’intensità della materia e della luce che emerge sempre prepotente dal buio… dal NERO!
Sonia Lustrino