Parla umbro il nuovo disco dei “Riserva Moac”. Il cantante africano Salia di Marsciano partecipa al disco:”Vorrei aprire un Centro di educazione Motoria in Burkina Faso”
di Donatella Binaglia
La musica che comunica, unisce, aiuta, quella che accomuna razze e culture diverse per arrivare ad una svolta sonora “glocal”. È uscito in questi giorni il nuovo disco del collettivo folk-rock italiano Riserva Moac dal titolo “Babilonia”, realizzato nel Sound Studio di Città di Castello di Alberto Brizzi con la professionalità di Marco Capaccioni (recording mix).
Un disco che parla umbro in molte sue parti a partire dalla partecipazione del cantante africano, da anni ormai marscianese, Salia conosciuto in tutta la regione per i suoi studi sportivi (laurea magistrale in scienze motorie) che lo hanno portato a diventare un noto preparatore atletico.
Oggi il percorso di Salia guarda anche alle sue radici africane, in particolare il Burkina Faso paese tra i più poveri dell’Africa. Nella terrà dove è nato Salia lo sviluppo economico è frenato dal clima, che alterna stagioni secche a stagioni umide. L’analfabetismo è diffuso (71% della popolazione) per questo la grande ambizione di Salia è quella di aprire un Centro di Educazione Motoria e Culturale in quella terra lontana del mondo: “I miei studi e la mia musica vanno verso questo progetto – spiega Salia – le collaborazioni con la “Riserva Moac”, che durano da 10 anni, mi hanno dato notorietà. Con la vendita del mio primo disco “Winam Rabo” ho sostenuto Medici Senza Frontiere. Ora sto lanciando un nuovo album, sempre da solista, di 12 brani. Sto cercando una etichetta che riesca a produrre su larga scala questo secondo disco. Il ricavato andrà per la realizzazione di un Centro di Educazione motoria in Burkina Faso. Lì c’è bisogno di speranza e chi è nato in questi luoghi non può dimenticarli, anche dalle colline della bella Umbria in cui vivo l’Africa resta in me, nei miei capelli rasta, nella mia pelle scura e nella mia mente di bambino nato in Burkina Faso, pronto ad aiutare le nuove generazioni”.