Lo screening per il tumore del polmone riduce in modo consistente la mortalità nei soggetti ad alto rischio. Lo conferma lo studio Italung, condotto dal 2004 a Firenze, Pisa e Pistoia, i cui risultati sono stati presentati pochi giorni fa a Vienna, nel corso della Conferenza della Iasclc (Società internazionale per lo studio del tumore polmonare).
Gli stessi risultati saranno discussi e valutati anche nel corso del workshop ‘Lo screening del tumore polmonare con Tc a bassa dose: risultati dello studio randomizzato toscano Italung’ che, organizzato dall’Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica), si terrà entro fine anno. Nel corso del workshop si discuterà se e come procedere verso un programma di screening organizzato.
Lo studio Italung, finanziato dalla Regione Toscana e coordinato da Ispo, è stato condotto dal 2004 al 2009 (più 7 anni di follow up) a Firenze, Pisa e Pistoia, su 3.206 cittadini toscani tra 55 e 69 anni ad alto rischio per tumore del polmone a causa della loro abitudine al fumo. I risultati hanno dimostrato un’importante riduzione della mortalità per tumore al polmone nei soggetti ad alto rischio sottoposti a screening: nei 9 anni di osservazione dall’inizio dello studio, nel gruppo di persone sottoposte allo screening si sono registrati 29 decessi ogni 1.000 soggetti, rispetto ai 42 dicessi ogni 1.000 soggetti che si sono verificati nel gruppo di controllo (cioè persone non sottoposte a screening); dunque, 13 decessi in meno ogni 1.000 soggetti (il 30% in meno). Un dato che conferma i risultati dello studio americano NLST (basato su un numero di soggetti molto più alto, circa 5 0.000), sulla cui base negli Stati Uniti ormai da due anni questo screening è raccomandato dalla principale Agenzia di sanità pubblica americana e offerto da Medicare ai soggetti ad alto rischio. In Europa, si attendono i risultati dello studio NELSON, condotto in Olanda su circa 16.000 persone.
Nel 2016 sono attese in Italia oltre 40.000 nuove diagnosi di tumore del polmone, delle quali oltre il 30% nel sesso femminile. Esse rappresenteranno l’11% di tutte le nuove diagnosi di tumore nella popolazione generale. Si calcola che attualmente un uomo su 10 e una donna su 38 possa sviluppare un tumore del polmone nel corso della vita. Il tumore del polmone, relativamente poco frequente fra i maschi con età inferiore a 50 anni (circa il 5% di tutte le diagnosi di tumore), rappresenta il secondo tumore per incidenza, dopo i carcinomi della prostata, sia nei soggetti fra i 50 ed i 69 anni (15%) sia in quelli al di sopra dei 70 anni (17%). Nelle femmine è molto raro prima dei 50 anni (2% di tutte le diagnosi di tumore), ed è la quarta neoplasia fra i 50 e i 69 anni (7%) e la terza al di sopra dei 70 anni (7%).
Nel 2013 sono state registrate in Italia 33.483 morti per tumore del polmone (dati Istat). Nel corso della vita, un uomo ogni 11 e una donna ogni 46 corrono, secondo gli attuali dati, il rischio di morire per tumore del polmone. Anche per la mortalità, come per l’incidenza, al netto dell’invecchiamento della popolazione l’analisi degli andamenti temporali conferma un decremento nei maschi (-2,6%/anno nel periodo più recente) e un costante incremento nelle femmine (+2,0%/anno).