Una delle domande che i ricercatori si pongono più di frequente è: come ha avuto origine la vita? Alla base della nostra ci sono sicuramente i mattoncini del Dna, la cui formazione primordiale, però, è ancora un mistero. Un gruppo di ricercatori del Lawrence Berkeley National Lab (Dipartimento dell`Energia Usa) e dell’Università delle Hawaii, ha deciso così di ricreare le condizioni che potrebbero aver contribuito alla formazione dei precursori molecolari del Dna. Si tratta di strutture di carbonio e atomi di azoto, componenti chiave delle basi azotate (sono 5 e compongono sia Dna che Rna).
I ricercatori, come evidenzia Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica, hanno dimostrato per la prima volta che oggetti caldi nell’Universo, come le stelle (magari anche il Sole), possono essere ambienti perfetti per la formazione di questi anelli molecolari contenenti azoto. Nello studio “Gas phase synthesis of (iso)quinoline and its role in the formation of nucleobases in the interstellar medium”, pubblicato su Astrophysical Journal, gli esperti descrivono l’esperimento con il quale hanno ricreato in laboratorio le condizioni che troveremmo attorno a una stella morente ricca di carbonio.
“Questa è la prima volta che osserviamo una reazione calda di questo tipo”, ha affermato Ahmed Musahid, scienziato della Divisione Scienze Chimiche nel Berkeley Lab. Non è facile per gli atomi di carbonio formare gli anelli che contengono azoto, ma questo nuovo lavoro dimostra la possibilità di una reazione nella fase in cui il gas è più caldo, quello che Ahmed chiama “barbecue cosmico”.
Gli esperti hanno sfruttato un dispositivo chiamato “hot nozzle” (in italiano “bocchetta calda”) per simulare la pressione e le temperature che si raggiungono in ambienti stellari, soprattutto di stelle ricche di carbonio. Questo hot noozle da 700 gradi Kelvin trasforma il gas iniziale in uno fatto di molecole ad anello contenti azoto chiamate chinolone e isochinolina. Molecole chiave di chinoloni e isochinolina possono essere dunque sintetizzate in questi ambienti caldi e quindi essere espulse con il vento stellare nel mezzo interstellare.
“Una volta espulse nelle nubi molecolari fredde – ha detto Ralf Kaiser, professore di chimica presso l`Università delle Hawaii – queste molecole possono condensarsi su nanoparticelle interstellari fredde, dove poi vengono elaborate. Questi processi quindi potrebbero portare a molecole biorilevanti più evolute e complesse, come le basi azotate di così cruciale importanza nella formazione del Dna e dell’Rna”.
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