L’achivio e la biblioteca di Umberto Eco, celebre semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, accademico, bibliofilo e medievista italiano scomparso quattro anni fa, sono ora patrimonio dello Stato.
Ne dà comunicazione il Mibact, a seguito della procedura avviata tra il Ministero per i beni e le attività culturali e per il Turismo e gli eredi di Umberto Eco nel 2018.
Si è concluso con la registrazione del provvedimento da parte della Corte dei Conti l’iter di acquisizione e donazione della Biblioteca di libri antichi, della Biblioteca moderna e dell’Archivio di Umberto Eco al patrimonio culturale dello Stato.
La biblioteca moderna e l’archivio saranno affidati in comodato d’uso all’Alma Mater di Bologna per 90 anni, mentre la Biblioteca di libri antichi denominata “Bibliotheca semiologica curiosa, lunatica, magica et pneumatica” formata da Umberto Eco nel corso della sua attività di bibliofilo sarà custodita dalla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.
Lo Stato ne garantirà la conservazione, la valorizzazione e la fruizione a studenti e studiosi. Un comitato scientifico formato da cinque membri, di cui due nominati dagli Eredi Eco e due dal Mibact, si occuperà di stabilire le modalità di conservazione anche al fine di garantirne l’unitarietà della consultazione digitale.
Una curiosità: Umberto Eco ha ricevuto 40 lauree honoris causa da prestigiose università europee e americane, come quella del 2014, che gli è stata conferita dall’Università federale del Rio Grande do Sul, di Porto Alegre, in Brasile. Nel giugno 2015 in occasione della laurea in comunicazione conferita dall’Università di Torino, Umberto Eco ha rilasciato severi giudizi sui social del Web che, a suo dire, possono essere utilizzati da «legioni di imbecilli» per porsi sullo stesso piano di un vincitore di un Premio Nobel, senza però conferire ad ambedue le opinioni la medesima rilevanza. Le affermazioni di Eco hanno suscitato approvazioni ma anche vivaci discussioni.