Nello Spazio CEC è stata inaugurata la personale fotografica “Il tempo sospeso, istanti di luce” di Vincenzo Del Franco, una mostra suggestiva, con scatti in polaroid, dedicata a una Milano in bianco e nero, capace di trasmettere emozioni con un fermo immagine su luoghi, persone e oggetti milanesi che evocano ricordi sottratti alla velocità del vivere.
La mostra è visitabile presso lo Spazio CEC, in via Bruschi 2b, nel centro storico di Perugia, nel weekend 17-18 giugno (ore 16-18) oppure su appuntamento fino al 7 luglio.
La mostra “Il tempo sospeso” è stata curata da Daniela Castellucci e ospita una selezione di oltre 30 opere fotografiche in bianco e nero, con un cammeo di 14 scatti in polaroid, che racchiudono istanti urbani milanesi e lombardi, rubati e sottratti alla velocità del vivere in una metropoli. “I soggetti parlano di una sospensione, di una nostalgia così come di una città densa di contrasti, – ha detto Daniela – che però si intersecano per effetto della prospettiva. È una mostra che parla attraverso direzioni e prospettive che rimandano all’occhio invisibile di Vincenzo Del Franco e si riflettono sulla nostra sensibilità. Dedico questa mostra a mia figlia Nora, nata da poco”.
Le cose sospese sono quelle trovate per caso e raccolte dall’occhio di Vincenzo Del Franco. Così, una lavatrice lasciata per strada, a ridosso di un parco, diventa una scatola oscura, un buco nero attraverso cui lo spazio e il tempo si dissolvono e dove, per contrasto, l’obiettivo diventa oblò, facendola percepire altro da sé.
“Sono diventato avvocato – ha detto Del Franco – esercitando fino al 2010 finché ho deciso di interrompere totalmente questa professione per dedicarmi a tempo pieno al mio grande amore per la fotografia. E dopo una serie di workshop con fotografi di grido, quali Romano, Eolo Perfido e la reportagista Sara Munari, sono andato avanti, vivendo e fotografando. È un’esigenza, un impulso di testimonianza d’esistenza, che sento di seguire nel filone del reportage e nella street photography. In parallelo, mi sono appassionato alla tecnica della Polaroid, una fotografia più povera, ma che aumenta l’intensità di dialogo fra il soggetto e l’osservatore, grazie al suo campo visivo ristretto”. Carlo Timio e Bruschi si sono detti molto soddisfatti per il successo di queste mostre che vedono protagonista uno spazio interessante come quello CEC.
Donatella Binaglia