Il 7 settembre a Orvieto è stata inaugurata la mostra “Volsinio capto. 265-264 a.C.”, all’interno degli spazi del Museo Etrusco “Claudio Faina”, dedicata a un episodio centrale nella storia dell’Etruria: la conquista di Velzna (Volsinii, in lingua latina), l’odierna Orvieto, l’ultima città-stato etrusca a cadere in mano romana negli anni 265-264 a.C.
L’esposizione, organizzata dalla Fondazione per il Museo “Claudio Faina” in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e visitabile fino all’8 dicembre, espone due importanti opere provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Roma Capitale.
Perno della mostra è la base del donario in peperino, testimonianza storica di eccezionale importanza, rinvenuta nell’area sacra di Sant’Omobono a Roma, alle pendici del Campidoglio, che riporta l’iscrizione con cui il console Marco Fulvio Flacco celebrò la conquista di Velzna, uno degli interventi più duri effettuati da Roma all’interno della penisola italiana. Esposto da pochi anni ai Musei Capitolini/Centrale Montemartini dopo una lunga giacenza in deposito, è solamente la seconda volta che il donario di Flacco figura in una mostra, testimoniando il recente impegno della Sovrintendenza Capitolina nell’offrire quanto più possibile alla pubblica fruizione il patrimonio nascosto dei propri musei.
In mostra anche una splendida testa femminile in pietra lavica, in origine proveniente da Orvieto, oggi conservata al Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco di Roma, caratterizzata dall’intensa espressione patetica che anima il volto, incorniciato da una complessa pettinatura con nastri e fermagli, da pendenti alle orecchie e da un girocollo. La scultura, realizzata pochi decenni prima della presa di Volsinii, ornava con ogni probabilità una delle porte della città etrusca.
“Il rapporto tra Roma e Orvieto, cruento e feroce nel loro ultimo contatto nell’antichità, è ora invece legame di cultura e di conoscenza”, dichiara il Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce. “Con la mostra Volsinio capto. 265-264 a.C. si racconta un momento fondamentale della storia della città umbra e una testimonianza indelebile della caducità della forza militare, che è in grado di resistere soltanto fino allo scontro con una potenza più grande, più attrezzata o più abile”.
Il catalogo, a cura di Giuseppe M. Della Fina, è pubblicato da Palombi Editore. I testi scientifici sono a firma di Claudio Parisi Presicce, Monica Ceci, Francesca de Caprariis, Anna Maria Rossetti e del curatore.